La crisi di Forza Italia si tinge di colori sempre più neri. Le parole del figlio di Ettore Romoli che hanno invitato a non votare per il partito del padre che lui non riconoscerebbe più se fosse vivo, gli ammonimenti verso la classe dirigente del partito, anche goriziano, che non ha evitato la presenza di chi ha perseguitato il padre sul letto di morte aggiungono alla crisi un elemento macabro ed inquietante.
Forza Italia sembra defunta nel peggiore dei modi, in mezzo alle critiche, alle lotte intestine, ai rancori, alla ricerca di capri espiatori, alle risse sui defunti. Misera fine di coloro che sino a cinque anni fa dominavano il dibattito pubblico, distribuendo incarichi e raccogliendo voti.
Ma ci sono altri due elementi che saltano agli occhi. Il primo è che davanti a questo risultato disastroso che pone di fatto l’attenzione sul consenso che ha il sindaco di Gorizia, un consigliere comunale parli ancora di adesivi e di multe come se chi naviga sul Titanic si preoccupasse di pulire bene le scarpe ai passeggeri prima dell’affondo.
La seconda osservazione è che chi legge la cronaca cittadina del giornale di queste cose non sa nulla perchè la stampa parla di esondazioni, miss che cantano, cinghiali.
E’ vero che si parla anche di galleria Bombi e delle molteplici iniziative che diversi soggetti, partiti, associazioni, ordini professionali, stanno mettendo in campo per protestare contro la riapertura che nessuno sembra volere, nemmeno i commercianti, nè gli imprenditori della zona.
Allora se io fossi nella redazione del Piccolo mi chiederei: a quali esigenze che non conosciamo sta rispondendo il primo cittadino? Anna Di Gianantonio
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