Intendiamo trasformare la Galleria Bombi in un luogo di aggregazione ed attrazione (ad es. con un museo virtuale con strumenti multimediali in grado di proiettare immagini di opere d’arte o di eventi storici, ecc.)”.
L’ha scritto Ziberna, o chi per lui, nel suo programma, proprio nel paragrafo che sta appena prima dell’orrendo “brand grande guerra”, i morti firmati. E sarà proprio così: un luogo di aggregazione di automobili, speriamo che non si attraggano fino a tamponarsi.
Se resteranno in coda in galleria, scenderà dall’arcata della galleria un megaschermo e smadonnando in mezzo al gas di scarico si potranno intravvedere “immagini di opere d’arte o di eventi storici ecc” . Un drive in senza Greggio e D’Angelo, ma molto più comico.
Quante balle racconta, il Bomby. Si nutre di balle. Possiamo almeno dire che questo museo in galleria Bombi non si farà e non essere tacciati di nosepolismo?
Il problema del Bomby è che ha fatto talmente tante promesse a tutti in campagna elettorale, che fa fatica uno a ricordarsele, due a mantenerle. Adesso per tenere in piedi la maggioranza rimpasterà qualche assessore, vedremo se qualche Ulisse partenopeo abboccherà al canto della sirena. Ma a chi giova, questo barcamenarsi senza una rotta? Alla città no di sicuro. A lui mancano tre anni per finire il mandato. Onestamente, troppi. Andrea Picco
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