La Cassazione nei giorni scorsi ha ribadito che fare il saluto romano in luogo istituzionale, in particolare all’interno di un Consiglio comunale, è reato e non di lieve entità.
La sentenza è arrivata dopo che i giudici avevano potuto seguire la seduta registrata della pubblica assemblea di Milano.
Chissà se a Gorizia la sentenza potrà avere un effetto simile, dato che anche qui in consiglio comunale le cose si sono svolte in modo analogo per mesi, quando alla “chiama” alcuni sollevavano il braccio e gridavano “presente”, sfidando in questo modo il pubblico e gli altri consiglieri per dimostrare che loro delle leggi e della Costituzione “se ne fregavano”. Questo ovviamente senza che il sindaco li riprendesse in alcun modo.
Dopo la denuncia e l’esposto alla Procura fatto da ANPI, gli stessi, per non cedere, si contorcevano pur di alzare il braccio e si lamentavano, poverini, di essere stati conculcati da faziosi vecchioni slavo comunisti.
Il caso di Milano è del tutto simile a quello della nostra città. Speriamo dunque che le sentenze siano analoghe, perchè tra Decima mas, saluti romani e fughe di consiglieri quando si parla in sloveno, manca ancora che qualcuno gridi “alalà”. Anna Di Gianantonio
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