That’s all, folks! È tutto, amici! Mi è venuto in mente questo, guardando il manifesto di Fedriga che esce dal cerchio come Faffy Duck.


È tutto qua, non c’è niente altro che cartoon, non sono cattivo mi disegnano così, parafrasando Jessica Rabbit, dove l’accento va posto su disegnano. Gli altri, perché io di fatto non esisto.
L’impressione che danno questi “potenti” è proprio questa: di essersi trovati al posto giusto al momento giusto, e di essere in grado di mandare a memoria quattro slogan scritti da altri.
Li disegnano così, e dopo un po’ smettono di disegnarli. Li dipingono prima come supereroi, poi piano piano fiaccano loro i poteri, poi li denudano e poi that’s all, folks, the end.
E questi si godono il giro di giostra, pensano a un certo punto addirittura di guidarla, la giostra, e poi scendono e miseramente reclamano un altro gettone, un altro giro, un’altra opportunità.
Adesso tocca a Salvini, sommerso dalle lenzuola, dai fuorionda, da tutto ciò che prima non si faceva vedere perché serviva la luce su di lui. Così sarà per Fedriga, che nella foto sembra uno che è arrivato alla fine della passerella, e tra poco dovrà girarsi e tutti vedranno cosa c’è dietro. Il nulla.
Perché se gli togli i migranti, contro i quali inveire tanto non capiscono, beh, ha ragione Pino Daniele: questa Lega è una vergogna. Godetevi il successo, godete finché dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura, diceva Guccini, che Salvini ama, non ricambiato per 49 milioni di motivi. Andrea Picco
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