Intervento del Sindaco Rodolfo Ziberna all’inizio della seduta del Consiglio Comunale del 3 giugno 2019.
Il discorso è stato ascoltato e trascritto. Poichè l’eloquio del primo cittadino è piuttosto serrato e l’audio non sempre pulito, sono stati inseriti i tre puntini di sospensione… a significare che vi sono delle parole mancanti. Il simbolo […] sta invece a significare che alcune parti sono state tagliate.
Rimandiamo allo streaming per il discorso complessivo.
[…]Le dinamiche sono note ma l’opposizione o una parte di essa ha cercato di negarle prima, minimizzarle dopo. Da esse appare con assoluta evidenza, testimoniata da fatti incontrovertibili, come la componente facinorosa dell’opposizione abbia cercato quello scontro che solo il buonsenso della maggioranza ha potuto evitare.
Come noto nella riunione dei capigruppo consiliari l’opposizione aveva espressamente chiesto che l’ordine del giorno della scorsa seduta del Consiglio comunale non venisse assolutamente modificato. La maggioranza ha accolto la richiesta. Giunti in Aula, ritirata dopo una discussione la prima mozione, sarebbe stata la volta delle mozioni presentate dall’opposizione, precisamente quelle recanti come primo firmatario Gabrielcig sul GECT, Fasiolo su temi sanitari, Picco su affido e biogenitorialità, Rossi sull’associazionismo. Ultime, per espressa richiesta dell’opposizione, le mozioni di Picco sulle industrie insalubri e di Gaggioli sul piano di classificazione acustica.
E’ importante che i cittadini e i non addetti ai lavori comprendano bene che se l’opposizione avesse voluto veramente discutere subito le ultime due mozioni vi sarebbero state due strade maestre e percorribilissime: chiedere la sospensione dei lavori per consentire ai capigruppo di modificare la decisione assunta di non modificare l’ordine del giorno oppure ritirare le quattro mozioni ritenute meno urgenti per riproporle nella seduta successiva. In pochi minuti avremmo avviato la discussione delle mozioni.
Invece l’opposizione ha chiesto di anteporre la discussione delle ultime due mozioni, consapevole del fatto che l’impegno chiesto dall’opposizione medesima era quello di non farlo. Nessuna proposta di ritirare invece le altre mozioni […]
Era apparso a tutti noi assai strano ed incomprensibile questo atteggiamento volto a parole a discutere le ultime due mozioni ma nei fatti ovviamente ad impedirlo. Abbiamo capito cosa in realtà fosse stato architettato a parte più estremista dell’opposizione solo quando la proposta di modificare l’ordine del giorno è stata democraticamente respinta ai voti.
In quel momento è scoppiata la bagarre alla quale parte del pubblico presente, pronto e attrezzato, … con una forte espressione di dissenso da parte del pubblico presente. E’ assolutamente lecito dimostrare condivisione o dissenso, ma nelle forme previste dalla legge e regolamenti.
Il Presidente del Consiglio, dopo aver atteso invano che l’impedimento cessasse ha cercato di indurre al rispetto dell’ordine il pubblico… Dopo i vani tentativi del Presidente io stesso gestualmente ho invitato la Polizia Locale presente nella zona destinata al pubblico ad intervenire per far cessare questo stato di interruzione di pubblico ufficio. Visto il protrarsi dell’interruzione e la mancanza di elementi che potessero far supporre potesse cessare… il presidente anche su mio suggerimento, ha disposto la sospensione dei lavori.
Che vi sia stata premeditazione appare evidente anche dai cartelli, improvvisamente comparsi nelle mani di alcuni cittadini recanti la scritta “vergogna”.
E’ recente la sentenza della Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza n. 12218/2019, con cui si è condannato per interruzione di pubblico ufficio chi ha causato la sospensione del Consiglio comunale (ho citato questa perchè l’ultima di una ricca casistica). La Corte è stata estremamente chiara. Chi pretende in modo reiterato ed insistente di prendere la parola in Consiglio comunale senza averne diritto e cagionando così sospensione necessitata della seduta per venti minuti commette il reato di cui all’articolo 340, comma 1 del Codice penale. Il turbamento della seduta del Consiglio comunale da questi determinato, concretizzatosi in urla ripetute dell’agente e di altre persone innescate dal suo comportamento che hanno impedito il regolare svolgimento dei lavori, non costituisce infatti esercizio del diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero garantito costituzionalmente dall’art. 21 comma 1 della Costituzione, ma integra il delitto correttamente contestatogli. Ciò, in quanto la condotta dolosa dell’imputato ha cagionato un’apprezzabile alterazione del funzionamento dell’ufficio/servizio, anche se temporanea, ma non del tutto irrilevante.
Mi auguro che quella parte dell’opposizione che ha concorso ad architettare tutto ciò abbia perlomeno preavvisato i cittadini che avrebbero commesso un reato … Ma conoscendo (la spregiudicatezza?) di parte dell’opposizione ritengo proprio che non l’abbia fatto, indifferente alle conseguenze che sarebbero ricadute sugli ignari cittadini che in buona fede hanno cagionato l’interruzione dei lavori.
L’interruzione dei lavori ha perlomeno diminuito la probabilità di essere denunciati da pubblici ufficiali che hanno assistito. Ritenevano che non fosse giusto che alcuni cittadini ignari pagassero per la spregiudicatezza di altri. La pausa dei lavori non ha del resto calmato gli animi e le immagini in streaming che giungevano rappresentavano una situazione che non avrebbe consentito di riprendere serenamente i lavori.
Se l’intenzione di una parte dell’opposizione era quella di esacerbare gli animi, creare tensioni sino all’incidente, far intervenire le forze dell’ordine per far uscire dall’Aula il pubblico alimentando ancor più la bagarre, ebbene le speranze di questa opposizione si sono infrante nel senso di responsabilità di questa maggioranza, che ha ritenuto di difendere quegli stessi cittadini indotti a commettere un reato.
Oltremodo sconcertanti sono stati alcuni fatti commessi successivamente, che danno ulteriormente la dimensione di quella parte dell’opposizione che nelle circostanza è parsa pare trainare anche l’altra parte responsabile.
In città sono stati incollati, come noto, adesivi recanti la scritta “Vergona!”. Su proprietà comunali, come impianti segnaletici, cestini dell’immondezza, e privati, commettendo ovviamente un reato di rilievo penale e cagionando un danno all’Amministrazione comunale. Solo quando sul quotidiano locale è comparsa la notizia che avremmo guardato le immagini delle telecamere per risalire all’identità del o dei vandali e teppisti, un signore si è autodenunciato, trovando subito solidarietà nella parte estrema dell’opposizione, ma senza ahimè espressione di condanna dalla parte più responsabile. Questa maggioranza si chiede ora qual è l’altezza dell’asticella che questa opposizione si pone nella sua lotta politica?
Oggi alcune migliaia di euro di danno (se il Comune dovesse commissionare a società privata la rimozione degli adesivi), ma domani allora sarebbe giustificato ed anzi encomiabile bruciare un cestino, o un cassonetto? Il passo dopo forse quello di danneggiare altre proprietà pubbliche e private? E’ letteralmente disdicevole e scandaloso che una parte dell’opposizione usi la violenza contro il patrimonio, indifferente ai danni di cui tutti i cittadini si dovranno fare carico. E’ altamente diseducativo per i nostri figli far giungere loro il messaggio che la legge vale solo per chi non ha il coraggio di violarla. Se non è anche bullismo politico questo non so come chiamarlo, oltre che vandalismo e teppismo di chi ha affisso gli adesivi.
[…]
E gli adesivi che nel recente passato abbiamo visto – e in parte vediamo ancora – su segnali, grondaie, tabelle ed altre superfici, recanti slogan come “Stop invasione”, “Basta euro” ed altro sono invece arredo urbano?
Quelli mica ledono la sua maestà…