Tra richieste di dimissioni, trappole, controtrappole, rimpasti, pastoni, pastette e pastrocchi, il Titanic zibernautico prosegue il suo avvicinamento alla fine.
Tutto crolla, ma la musica all’interno continua a suonare come se niente fosse. E allora suonala ancora, Sam, sta musica da orchestrina, cantacela ancora la canzoncina sul giornale piccolino che va tutto bene madama la marchesa, e se l’altro ieri ti boccio le mozioni ambientaliste in una colonna, ieri siamo tutti ambientalisti in una pagina sul torrente Corno, con l’ennesima non notizia figlia dell’annuncite.
Ziberna si sta spiaggiando, la rotta che lo porta in secca è un susseguirsi di bugie e faide interne, totale incapacità messa a nudo dall’opposizione, ma di questo leggerete solo sui social.
Si secretano commissioni perché niente deve uscire dal palazzo, si dà del mafioso per intimidire, si lavora sporco insomma per i propri interessi, la città vada pure a remengo che tanto un posto da un’altra parte lo si trova.
La menzogna come categoria politica, al servizio dei propri interessi. Ziberna e Oreti, inossidabili, una coppia di fatto, ballano sul Titanic. Come il capitano che dice al mozzo di bordo: giovanotto io non vedo niente, c’è solo un po’ di nebbia che annuncia il sole… Andiamo avanti tranquillamente. Andrea Picco
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