A volte si riesce a raccontare, una città. A volte, questa città si lascia raccontare. Ieri sera in piazzutta era una di quelle volte, e quando succede poi non vorresti più andare a casa, non vorresti che finisse questo stare bene insieme, anzi questa libertà di stare bene, insieme.
Si sono alternati artisti che con la musica le parole e le immagini hanno raccontato questa terra e i suoi drammi vecchi (Mauro Punteri e Luca Chinaglia) e nuovi (Christian Natoli), le sue lacerazioni e contraddizioni (Giovanni Fierro e Gorizia on/off, fondamentale per capire cos’è la città, l’abito di chi la abita, oggi) lo spaesamento della nuova generazione contaminata da una schizofrenia storica e in cerca di un suo posto nel mondo (Francesco Ivone, bravissimo). A chiudere, Giancarlo Lombardi, che non si può spiegare perché il genio non si spiega, vibra su altre frequenze. Tutti così tanto figli di questa terra di padri meticci. Come si stava bene, seduti per terra, i sanpietrini che restituivano un calore umano, il calore di tutti quelli che avevano ballato e cantato, gioito e pianto, e ascoltato e amato e lottato e resistito in piazzutta prima di noi.
Si stava così bene che tutti dicevano che ne volevano ancora, di questo tempo (so)speso bene. A grande richiesta altre occasioni come questa, nella libera repubblica di piazzutta: un senso di armonia che è la meta verso cui dovrebbe tendere una comunità. Andrea Picco
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