Il suicidio assistito di Sindaco e maggioranza, in tre mosse: si puó sintetizzare così il consiglio comunale di ieri.
Pronti, via e subito il Sindaco arrocca, tentando una difesa imbarazzante e imbarazzata di se stesso in relazione a quanto accaduto nella pietosa seduta precedente. Inanella una serie di balle che non tengono da nessuna parte, sperando nel refrain che una bugia detta mille volte si trasformi in verità. Si espone all’ennesima figuraccia a mezzo video, con lo streaming che lo inchioda e l’opposizione (assenti Collini e Bandelj, assenze che non mi son piaciute) che lo sbugiarda punto per punto. Ha l’espressione di chi non vede l’ora che passi il momentaccio, ma è lungo, eterno.
Mente sulla sospensione dei lavori, perché non era successo niente, mente sul motivo della chiusura del consiglio, con la maggioranza che ha fatto mancare il numero legale, mente sul comportamento del pubblico, mente persino sull’intervento della polizia municipale, mente a nome e per conto di tutta la maggioranza, che trascina silenziosa nel peggiore degli angoli, quello della vergogna. Le prende tutte in faccia, e solo un regolamento comunale che non permette il dibattito lo salva e gli concede ulteriori mosse. Che puntualmente sbaglia.
L’opposizione ritira le mozioni che precedono quelle dedicate alle petizioni e si comincia quindi la discussione sulla prima delle petizioni: quella sulle industrie insalubri. E qui si mette contro i cittadini, ordinando alla maggioranza compatta di votare no alla loro proposta, con interventi a sostegno di tale scelta risibili e imbarazzati, lacunosi, volutamente mistificatori. L’unico chiaro, il più chiaro di tutti, quello di Nicol Turri di Standrez, assente.
La maggioranza boccia le mozioni, entrambe, sputa su ogni firma raccolta, sputa più di 3200 volte in faccia ai goriziani, per salvare un re sotto scacco. Il redde rationem tra di loro è solo questione di poco tempo, perché verso la mezzanotte le faide interne si palesano sotto forma di interrogazioni.
Serenella Ferrari, progetto FVG – quindi maggioranza ma dopo ieri sera chissà, almeno metà di qua e metà di là – attacca l’assessore Oreti sul Castello, facendo un quadro raccapricciante della situazione, in una decina di punti. Quadri su cui defecano i piccioni, giusto per far capire il tenore dell’attacco.
Il Sindaco a quel punto decide per l’omicidio suicidio. Potrebbe abbozzare, invece no. Risponde alla consigliera con una lettera dei dipendenti del castello contro di lei. Le dice che usa “metodi mafiosi” e che ha il sospetto che abbia fatto il blitz in castello in orario di servizio, e che verificherà nelle sedi opportune e non esclude provvedimenti a suo carico.
È chiaramente una trappola per la Ferrari, solo che il Sindaco non riesce a contenersi e quel “metodi mafiosi”, unito alle insinuazioni sulla mancata stimbratura, è un punto di non ritorno. Sbrocca e l’arrocco non tiene più. Anche perché Cosma, altro vecchio marpione, attacca di nuovo la torre del castello: chiede le dimissioni di Oreti per i pannelli sulla storia di Gorizia nel ‘900, troppo slavofili. Un due tre, scacco al re. E una maggioranza di capponi di Renzo, unita a litigare, prosegue imperterrita verso la sua ineluttabile fine. Andrea Picco
Mi viene da ridere..