Alle osservazioni di Casapound che leggo su fb a proposito dei tabelloni di Isonzo-Soca voglio precisare alcune cose, dette e ridette, ma evidentemente non capite.
Lo scopo dei tabelloni era quello di mettere in evidenza alcuni aspetti meno conosciuti della storia e del rapporto tra Gorizia e Nova Gorica. Il gruppo di lavoro era infatti costituito anche dal direttore del Goriški Muzej, Andrej Malnič, poi scomparso.
E’ evidente che in un unico tabellone non poteva essere raccontata tutta la storia delle due città. I contenuti sono quelli indicati e condivisi in 28 faticose riunioni dal gruppo di lavoro, che, a suo tempo, comprendeva persone di diverso e opposto orientamento politico.
Come detto da Ettore Romoli nel suo discorso al Senato, quello era il livello di mediazione più alto cui si è potuti arrivare per cercare di giungere ad almeno alcuni punti di storia condivisa.
E’ evidente che una città lacerata secondo linee di frattura del secolo scorso non ha molte possibilità di progresso: questo il centro destra più razionale l’aveva capito benissimo e per questo aveva sostenuto il progetto.
E’ evidente che conosciamo le battaglie sull’Isonzo, la figura di Michelstaedter, le manifestazioni per Gorizia italiana; ma prima guerra mondiale, Gorizia italianissima, ecc. sono eventi celebrati e conosciuti.
Meno nota è la battaglia di Gorizia, primo scontro tra lavoratori di Monfalcone con reparti dell’esercito italiano e partigiani sloveni per cercare di evitare l’occupazione nazista del territorio o la difesa delle fabbriche da parte degli operai di SAFOG e Cotonificio dalla rovinosa fuga dei cetnici che causò oltre 50 vittime.
Per quanto riguarda le accuse di essere borghese e classista faccio notare che siete stati voi a scrivere sul tabellone che il lavoro fatto era un “fake news”, disprezzando quello che il gruppo aveva fatto a titolo del tutto gratuito e leggendo tutti i libri possibili e immaginabili.
Se uno vuole parlare di storia faccia vedere le sue credenziali, il suo curricolo, le pubblicazioni fatte, entri lui nel merito degli argomenti. Il classismo non c’entra proprio nulla, è lo stesso ragionamento sulle competenze che si fa con il meccanico, il cuoco o il medico.
Il giochino di passare per vittime non vi si addice: qui in città siete coccolati, protetti e suscitate la simpatia di tanti assessori comunali, non crediate di essere alternativi a qualcosa. Quelli brutti e cattivi sono altri, state sereni. Anna Di Gianantonio
Cioè, 28 faticose riunioni per partorire quel cartellone? Tutto questo casino per un banalissimo cartellone con qualche foto e due righe di descrizione?
Non dimentichiamo poi che qui non stiamo parlando di un “tabellone con la storia di Gorizia”, bensì delle note a corredo di una fotografia, quella ripresa dal colle del Calvario da Colla e che mostra l’abbraccio fra le due città. Note che, come spiegato, volevano aggiungere qualcosa, non negare altro. E’ del tutto fuorviante – ma indicativo, visto con chi abbiamo a che fare – quello che un giovin signore di Casa Pound afferma e che viene riportato dalla stampa: “I cartelloni presenti in piazza Vittoria e ai giardini pubblici non raccontano la storia di Gorizia, ma una parte di essa rielaborata in chiave filo-jugoslava e politicamente tendente all’ideologia di sinistra.” Questi signori, per i quali “di parte” sono sempre gli altri, direbbero qualcosa se tutto il loro armamentario dialettico e il settarismo della Lega Nazionale ci portassero ad affermare che le loro esternazioni non si riferiscono alla storia di Gorizia, ma a una parte di essa rielaborata in chiave nazionalista e politicamente tendente all’ideologia di destra?