Il silenzio ovattato nel caldo stancante di questi giorni. Questo sento. E fa percepire ancora più distante e finto il ridere, salutarsi, l’esporsi in selfie al mare o con aperitivi. A cosa penso. Penso a Uno. A un altro uno. Morto nel fiume sacro ai Popoli d’Europa. Che neppure l’Europa è abbastanza per tutto questo, figuriamoci una piccola patria.
Penso che se il corpo non si fosse trovato, nessuno avrebbe saputo che Uno, la sera prima, al Cara non ci era rientrato. Penso a quanti non tornano, a dove e come spariscano, a quanto infondo vada bene così perché avanza il posto per N+1.
Penso al male di vivere che ci intrappola avulsi in un mondo sbagliato. E colpisce Uno, nessuno, cento persone uomini e donne giovani e anziani attorno a noi in ogni ambiente.
A questo penso. Al caldo al mal di testa e alla solitudine, di chi è lasciato solo come di chi c’è sempre per gli altri ma nessuno lo vede. Francesca Colombi
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