Mettereste quasi quattro milioni di euro per fare, forse e sottolineo forse, tra 5 anni un utile di 20.000 euro, senza sapere come farete quest’utile? In altre parole: siete devoti ad Amedeo, Duca d’Aosta, “patrono” del nostro aeroporto? Perché solo chi è devoto può fare un atto di fede e dire sì, tra cinque anni l’aeroporto volerà con le sue ali. Ve lo chiedo perché, particolare non trascurabile, i soldi sono i vostri, i nostri, di tutti insomma, essendo soldi pubblici.
Qualche giorno fa paventavo l’ipotesi non tanto campata in aria di una precisa strategia di svendita dell’area a qualcuno che avesse un interesse prevalente, complice il passaggio della parte in comune di Savogna dal demanio alla regione e poi al comune di Savogna stesso. Sarebbe un’ulteriore beffa: ricapitalizzare, dare ulteriori denari e poi prendere una pacca sulla spalla da chi aveva già architettato un piano di dismissione dell’area.
Allo stato attuale, siamo comunque davanti a una professione di fede: volerà o non volerà, metaforicamente, quest’ aeroporto? Dopo la presentazione del piano industriale, operazione che avrebbe dovuto dare una scossa, restano intatti tutti i dubbi e le perplessità.
Certo è che l’aeroporto è “il fiore all’occhiello” del fallimento della gestione
Ziberna: da centinaia di posti di lavoro, area per il fitness e lo svago
eccetera eccetera, a pozzo senza fondo di soldi pubblici per un ipotetico
salvataggio.
C’è tutta la capacità politica dell’attuale amministrazione, in quelle tre piste di volo. Pindarico, come sempre quando di mezzo c’è il nostro sindaco cantastorie. Andrea Picco
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