Nel paese d’origine di mio padre la fontana, per un atavico senso di sacralità dell’acqua, era e continua ad essere un punto di riferimento per la comunità e le sere d’estate giovani e anziani vi si ritrovano attorno per godersi il fresco in compagnia.
Con lo stesso spirito, per il secondo appuntamento di Quartieri oggi domani, abbiamo scelto lo spazio della ex fontana davanti alla farmacia di S. Anna, dove ci siamo ritrovati in circa una trentina venerdì scorso.
Attraverso la rilettura di una ricerca svolta dalla locale scuola elementare dell’anno scolastico 1975-1976 abbiamo rievocato un’immagine di S. Anna com’era, nel suo tessuto umano, sociale ed economico. Una realtà fatta in passato di aree agricole e orti, che in quegli anni un’aggressiva opera di edificazione stava trasformando in uno dei quartieri più popolosi della città, nel quale peraltro sopravvivevano e davano lavoro agli abitanti del posto diverse fabbriche, testimonianza di quella vocazione produttiva della città che l’istituzione della zona franca aveva voluto preservare.
Il coinvolgimento delle istituzioni e la straordinaria assunzione di responsabilità delle maestre e degli imprenditori locali regalarono a noi bambini il privilegio di entrare negli spazi produttivi dove, fra bagliori, frastuoni, odori e temperature insopportabili potemmo vedere la materia prendere forma e trasformarsi e nel contempo percepire l’impegno e la fatica di dirigenti e operai, ma anche la gioia di avere un lavoro.
Oggi troppe barriere si interpongono fra le persone, norme che appesantiscono e ostacolano l’azione, tecnologie che risolvono tutte le nostre minime esigenze pratiche facendo sì che non si abbia bisogno gli uni degli altri e fanno della nostra una società individualista e povera di relazioni. Oggi più che mai si rende necessario il supporto delle istituzioni per ricucire i fili spezzati di una rete che dovrebbe legare ogni persona alla propria comunità.
Tale è il proposito del lavoro di ricerca-azione intrapreso a S. Anna più di un anno fa dalla cooperativa sociale La Collina, su commissione del dipartimento di salute mentale di Gorizia. I primi risultati sono un libretto sul quartiere e i suoi abitanti nonché una mappa dei luoghi e delle persone che verrà presentata il prossimo autunno; inoltre: il caffè del mercoledì mattina presso il bar Da Tita e iniziative che coinvolgono cittadini e associazioni quali l’orto collettivo del martedì in via Grabizio e il gruppo di lettura del giovedì, ideato e curato da Maria Teresa Padovan del Forum.
Finalmente anche a S. Anna qualcosa si muove. È una questione di salute, perché l’ambiente e le relazioni sono un determinante importante per il benessere fisico e mentale delle persone. Daniela Careddu
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