Dunque ben 618 euro di multa sono state comminate a Dario Stasi per la pubblicità sui tabelloni. Dopo che gli stessi tabelloni, e ripeto gli stessi, sono stati inaugurati con logo del Comune dal sindaco Romoli, ora lo stesso comune con la stessa maggioranza prima li inaugura e poi cerca di boicottarli, affermando che essi sarebbero stati modificati, mentre sono gli stessi identici tali e quali che compaiono nel numero della rivista Isonzo Soca del dicembre 2014 che è il catalogo della mostra.
Ma naturalmente ai tempi del sindaco Romoli le pressioni di enti culturali quali Casapound e Lega nazionale, oltrechè di ex assessori un tempo d’accordo con Romoli e ora spaventati dai tazebao, nome esotico con cui definiscono qualsiasi cosa di carta sia appesa, dai manifesti mortuari ai cartelloni, si facevano meno sentire o erano ascoltati di meno.
Ora invece queste persone, che giocano a fare le vittime ma non rispondono mai sui dati, sui fatti, sulle cose concrete, dettano legge. Non c’è dubbio alcuno che il lavoro di Stasi abbia portato novità nella storia e nella memoria della città.
Si potrebbero citare decine di articoli che hanno fatto la differenza per l’interpretazione della storia locale, ripresi anche dalla stampa nazionale, come la famosa domenica delle scope, la ricerca sui cognomi italianizzati dal regime, il lavoro sui Tolminotti, le interviste alle personalità della cultura regionale, ecc.
Non solo, ma è stato Stasi a organizzare conferenze che hanno portato qui storici come Barbero, con grandissimo successo. Questa attività la redazione del giornale la ha svolta a costo zero, non ci sono stati gettoni di presenza, benefit e posti garantiti. Ora capisco che nessuno è profeta in casa sua, ma addirittura alleggerito di quella somma, anche no. Anna Di Gianantonio
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