Sabato 20 luglio si è tenuto a Palmanova un incontro pubblico – molto contestato – presenti il Governatore Fedriga, l’Assessore Riccardi e i vertici della sanità regionale con i sindaci, gli operatori sanitari e i cittadini della bassa friulana.
Tema dell’incontro “Verso il nuovo modello del servizio sanitario regionale”, ma in realtà si è parlato soprattutto di punto nascita, come prevedibile … il cuore batte sempre dalla parte dei più piccoli, anche se nella nostra realtà ormai i decessi sono molto più numerosi delle nascite, ma ciò nonostante una sala parto appare indispensabile mentre un hospice sembra un optional.
In ogni caso, coerentemente al titolo dell’incontro, si è parlato (per la prima volta) del destino dei due ospedali cosiddetti spoke di Palmanova e Latisana nella nuova organizzazione che prevede l’accorpamento con l’ospedale hub di Udine.
Mentre Latisana è destinata ad un futuro di ospedale dedicato all’emergenza / urgenza, compresi i parti, Palmanova avrà un roseo futuro destinato agli interventi programmati: chirurgici, ortopedici, oculistici, ecc. Un po’ come le cliniche private che fanno girare bene le sale operatorie in quanto l’attività non viene continuamente interrotta e rimandata a causa delle urgenze.
E’ stato spiegato che la decisione è stata dettata da attente analisi sulla fuga e attrazione e con l’obiettivo di assicurare la sicurezza dei pazienti in base alla casistica trattata (ma Palmanova non faceva il doppio dei parti di Latisana?).
Funzionerà? Chissà, ne riparleremo in futuro.
Neanche una parola sul futuro di Gorizia e Monfalcone, era fuori tema?
Gorizia ormai il punto nascita se l’è dimenticato, e a quanto pare l’hospice non possiede altrettanto appeal, come la riabilitazione, i distretti, il Pronto Soccorso…
Ma cosa deve accadere nell’Isontino per portare in piazza i sindaci?
Cosa ne sarà della sanità isontina dopo la fusione con Trieste? E’ stato fatto un ragionamento? Ricordiamoci tra l’altro che si tratta della azienda con il maggior numero di dipendenti a Gorizia.
Ma i cittadini isontini sono davvero di serie B se non possono neanche sapere?
Finora solo incontri a porte chiuse, dove tecnici e politici si sono auto incensati tenendo fuori dalla porta il popolino: quando il cittadino potrà sapere e magari dire la sua? Andrea Picco
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