Oggi ho scoperto che se uccidi un carabiniere la gravità della tua azione è doppia. Precisamente mi sono resa conto che sono in tanti a pensarla così. Io, in tutta onestà, non ci riesco. Non riesco a essere d’accordo né dal punto logico, nè etico.
Chi ammazza commette un crimine e deve essere punito. Quello che è accaduto a Roma colpisce particolarmente perchè a non esserci più è un uomo, morto in servizio, giovane, appena sposato e, da quanto si apprende dalla stampa, perbene, sensibile ai bisogni degli ultimi. Il colpevole un ancora più giovane ragazzo americano, sembra benestante, in cerca di sballo.
Ma al di là dei fatti che devono ancora essere delineati con precisione e al di là della profonda tristezza che provo per una morte violenta e prematura, mi chiedo perchè l’uccisione di carabiniere dovrebbe essere considerata più grave, che ne so, della morte di un operaio a causa del mancato rispetto delle norme di sicurezza.
Viviamo in un paese che registra ogni giorno un numero indecente di morti sul lavoro: se alcune sono da imputare al caso, altre sono la conseguenza di un atto criminale, la mancata garanzia, spesso da parte del datore di lavoro, delle più elementari norme di sicurezza.
Se l’uccisione di un uomo è considerata più o meno grave a seconda del ruolo di quest’ultimo va da sé che la vita dei singoli non ha lo stesso valore e questo lo trovo semplicemente inaccettabile.
Così come raccapricciante la tesi per cui chi delinque sia più o meno colpevole a seconda che sia cittadino o foresto, perchè le leggi dovrebbero valere per tutti.
Se una donna viene stuprata dovrebbe soffrire di meno se a commettere l’ignobile gesto fosse un connazionale? E magari, sempre per un discorso di prossimità, ancora meno se a farlo fosse un familiare?
Le reazioni di pancia suscitate dai fatti di cronaca dovrebbero farci riflettere, non riportarci indietro a periodi bui in cui la vita di certi uomini non valeva assolutamente nulla. Ma soprattutto dovrebbero farci capire che il problema nel nostro paese non riguarda la criminalità o la nazionalità di chi delinque, ma il rispetto della legge da parte degli italiani in primis. Eleonora Sartori
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