Daspo urbano per venditore di zucchine, o ortaggio simile. È successo a Monfalcone e, se fossi un ambulante in zona Gorizia, comincerei a preoccuparmi, visto che ad amministrarla abbiamo un Cisinter, un follower dell’invasanna. Duemilaecinquecentoeurodimulta, lo scrivo tutto attaccato per dar l’idea di quanto costino al chilo. E, la chicca, il Daspo: non potrà più mettere piede nella ridente località cantierina per qualche anno.
Neanche, che so, andare a fare il bagno di alghe a Marina Julia. La città si sente molto più sicura, ma le città limitrofe dovrebbero scatenare ora una caccia analoga, perchè il malcapitato le sue zucchine le dovrà pur vendere da qualche altra parte. Peccato che a Gorizia gli steward da ottantacinquemilaeuroallanno non siano già operativi, altrimenti sai che bottino…
Siamo ridotti così: una cosa normale, cioè vendere i prodotti del proprio orto, magari coltivati in maniera sana, senza ricorrere alle porcherie che condiscono la verdura che poi ci troviamo sugli scaffali del supermercato, addirittura già imbustata nella plastica, è un reato dei più gravi, addirittura sei bandito da una città.
C’è poco da ridere, col daspo, perché i sindaci di che ce l’hanno duro, il manganello, lo vogliono applicare a biondodìo, perché porta voti cacciare quello che vende accendini. E il solerte poliziotto municipale, perché un vigile non lo farebbe mai, il poliziotto municipale col manganello estensibile, il taser, la divisa da SWAT, il poliziotto municipale che gonfia i muscoli del poliziotto e tralascia la bonaria flemma del vigile, arma il blocchetto e ti segnala al questore, perchè sei un pericoloso ortolano, una minaccia al Ceta e al TTIP, un rovinamercatoglobale. Zucchine vuote gavemo, a quintali, nel nostro piccolo orticello isontino, pronte per Roma, “dasporto”. Andrea Picco
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