Oggi, in occasione della Giornata Internazionale senza Sacchetti di Plastica, torniamo su un tema molto importante, quello della plastica, con alcune riflessioni e una proposta: in occasione del prossimo consiglio comunale, attraverso il nostro rappresentante Andrea Picco, proporremo la mozione “Gorizia, Comune plastic-free” (una bozza alla fine dell’articolo).
La plastica, materiale che si presta per qualsiasi utilizzo, sta utilizzando noi. La si trova in piccole particelle ovunque, nei pesci. È entrata nel ciclo alimentare. Così si legge. Possiamo fare qualcosa? Penso di sì: modificare le nostre abitudini quotidiane, limitando gli acquisti di imballaggi di plastica. L’elenco non occorre scriverlo. Lo “leggiamo” quando andiamo a fare la spesa. Devo proprio prendere l’acqua in plastica? Non posso, eventualmente, riutilizzare uno precedentemente acquistato? O un contenitore di materiale diverso. Non ne posso fare a meno? Smaltisco il rifiuto correttamente? Feste. Sempre contenitori di plastica. Ci sono anche ottimi bicchieri di carta o contenitori biodegradabili. Costano di più, certo. Ma quanto paghiamo adesso e pagheremo in futuro? Qualsiasi nostro piccolo gesto è un aiuto per tutti. Lasciare un ambiente migliore di quello che abbiamo trovato, ce la faremo? Dobbiamo farcela, soprattutto considerato l’impatto delle microplastiche sulla salute umana.
L’esposizione dell’uomo alle MP può avvenire attraverso due vie, la dieta e l’inalazione aerea. Le microparticelle di plastica vengono assunte involontariamente dall’uomo attraverso alimenti contaminati (soprattutto pesce e molluschi, ma anche acqua, sale marino, miele…) e per via inalatoria, analogamente alle polveri sottili. Gli effetti avversi di microplastiche e nanoplastiche possono derivare da una combinazione di tossicità intrinseca della plastica (es. danno fisico), composizione chimica e capacità di assorbire, concentrare e rilasciare gli inquinanti ambientali negli organismi viventi. Possono anche fungere da vettore per gli agenti patogeni, conducendo alla dispersione delle varie specie in nuovi ecosistemi.
Finora sono stati realizzati pochi studi sugli alimenti e sul bioaccumulo dei contaminanti assorbiti. E’ necessario verificare i potenziali effetti negativi sull’uomo, su cui tuttora mancano conferme o smentite, con buona pace dei principi di precauzione su cui dovrebbe basarsi ogni politica di potenziale impatto sulla salute umana e animale. Intanto possiamo fare qualcosa tutti noi, fin d’ora: basta sacchetti di plastica!
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