Consapevole che l’attività fisica giova alla salute e anche all’ambiente mi appresto ad andare al lavoro in bicicletta…
Prendo la bici anche se il tempo è nuvoloso e sono state da poco riaperte le scuole con conseguente aumento del traffico (io ADORO andare in bicicletta).
Mi avventuro quindi sulla strada, non essendoci una pista ciclabile che (anche solo) mi avvicini al posto di lavoro.
E’ ora di punta e pertanto devo sfidare il traffico del mattino.
A quest’ora ci sono gli autobus che trasportano gli studenti che fanno paura solo a percepirli dietro di sé.
Un po’ intimorita dalla fila di bus sfido il codice e salgo sul marciapiedi, ma devo scendere dalla bici quando mi ritrovo dietro a frotte di studenti che scendono dai bus.
Alla fine i gruppi di ragazzi hanno preso un’altra direzione e io risalgo, a quanto pare non sono la sola, il marciapiede però è sconnesso e devo essere molto prudente per non cadere: scelgo di tornare sulla strada.
Le auto mi incalzano minacciose e non appena trovano uno spiraglio mi superano sfiorando la sagoma del ciclista… brividi!
Devo stare attenta anche alle portiere delle auto parcheggiate che si aprono all’improvviso, una portiera aperta e rischio un cappottamento, o quantomeno uno sbandamento e relativa caduta.
E sì che il posto dove lavoro è frequentato da numerosi lavoratori e utenti.
Vicino ci sono scuole frequentate da un gran numero di studenti.
Mi chiedo come mai nessuno abbia pensato a realizzare una ciclabile qui.
Recenti studi sugli incidenti stradali confermano che pedoni, ciclisti e motociclisti sono le categorie più vulnerabili e rappresentano il 70% delle persone uccise o gravemente ferite in città.
Se a chi ci amministra interessa veramente della salute dei cittadini e dell’ambiente propongo di venire con me a lavorare in bici domani! Maria Teresa Padovan
Eppure abitiamo a Gorizia, dove qualsiasi posto è raggiungibile in bici. Entro i 4/5 km la bici è il mezzo migliore.
Si dirà: ma se piove? In Paesi meno assolati e più piovosi la bici viene usata comunque, per andare al lavoro, a scuola, la spesa
L’alibi “non ci sono ciclabili, quindi uso l’auto” porta ad un vicolo cieco.
Più bici ci sono, più aumenta la sicurezza: il numero fa la differenza. Aumenta la percezione della presenza.
E poi si liberano parcheggi e non ne servono altri, come ci informano.
Per ogni auto ci vorrebbero cinque posti macchina: uno sotto casa, uno al lavoro, uno per la spesa, uno per la suola ed uno per il tempo libero (cinema, aperitivo…ecc.). Il parcheggio gonfiabile per ora non esiste…
Inoltre, quante auto con un solo passeggero.
È necessario il piano del traffico che comprenda anche la rivisitazione delle linee dei bus, con particolare attenzione alle persone anziane.
Coraggio Teresa, non mollare!
Nevio