In meno di due anni e mezzo, questa amministrazione è riuscita a perdere praticamente tutto quel poco che restava in città. È onestamente un record, visti i tempi biblici della politica e la prudenza nelle decisioni che gli amministratori hanno, data la loro precarietà quinquennale.
È ormai chiaro che in questo momento c’è un sindaco, una giunta che lo sostiene per interesse, una maggioranza inesistente che lo salva solo pro tempore, a gettone.
Il primo cittadino sta praticamente barattando la sua sopravvivenza politica con quella della città. Quanto costi, in termini di spoliazione e di anni futuri per recuperare forse gli antichi splendori, è un’incognita. È necessario porre fine a questo gioco perverso, e dobbiamo farlo in fretta. Di fatto Ziberna non è un sindaco, è un commissario liquidarore pagato a provvigione : più svende più procrastina la sua fine e prepara la successiva poltrona.
La città si stordisce per quattro giorni, ma lunedì si torna ad essere appendice di Trieste o Udine o Monfalcone. È necessario un moto se non di ribellione, almeno d’orgoglio, da parte di tutti, anche di chi ha riposto la fiducia nella persona sbagliata, succede.
Più passa il tempo e più aggiungeremo occasioni perse e saccheggi da parte di chi ha interesse a potenziare altri territori, altre realtà politicamente più appetibili. Siamo nelle mani sbagliate, e dobbiamo liberarci prima che il sindaco se le lavi, accasandosi da qualche altra parte, più in alto, senza vista sul suo disastro. Andrea Picco
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