Avere figli nella società di oggi non è semplice, né dal punto di vista economico, né organizzativo e spesso i due aspetti sono sovrapponibili: se hai tanti soldi puoi permetterti le soluzioni migliori.
A volte, però, potrebbe essere semplice apportare modifiche migliorative alla gestione di alcuni servizi a patto che i genitori si prendano la briga di segnalare ciò che non va e gli amministratori pronti a recepire quanto segnalato.
Mi auguro che quanto sto per raccontare sia uno di questi casi. Si tratta del trasporto scolastico, nello specifico della prenotazione e del pagamento del servizio, sia esso da casa a scuola (e viceversa) oppure da scuola verso i doposcuola cittadini.
Fino a due anni fa le strutture che accolgono i bambini dopo l’orario scolastico si prendevano la briga di compilare una richiesta unica per tutti gli iscritti alla struttura stessa. Va da sé che un’unica domanda copriva un centinaio di richieste e questo per ogni struttura.
Per ragioni che chi scrive non conosce da due anni ogni famiglia deve provvedere da sé. Vi lascio immaginare le conseguenze di questa scelta: genitori che ritirano il biglietto già alle 7 del mattino (l’ufficio apre alle 10) e tempi di attesa che si protraggono fino l’ora di cena, senza nemmeno la certezza di trovare posto.
Quest’anno la situazione è stata particolarmente infuocata (chi scrive ha preso il biglietto alle 9 ed è entrato nell’ufficio alle 16.30), nonostante la pazienza e la professionalità degli addetti degli uffici competenti che spesso e volentieri diventano bersaglio dell’ira di genitori che non sanno dove sbattere la testa.
Sono stata testimone di chiamate al lavoro per comunicare ritardi, addirittura qualcuno ha dovuto prendere un giorno di ferie.
Ragioniamo un secondo: i genitori i cui figli usufruiscono del trasporto scolastico lavorano, dunque fanno letteralmente i salti mortali. Il personale addetto, che peraltro nella giornata in questione ha di sicuro fatto gli straordinari, potrebbe venir impiegato in modo migliore se si tornasse alla situazione di prima; dovrebbe infatti gestire molte meno domande, per capirci solo quelle dei genitori con figli che dopo la scuola tornano a casa e non proseguono le attività nei dopo scuola. Questo comporterebbe meno file, meno scleri e meno lavoro per gli impiegati che potrebbero dedicarsi ad altro.
Ci pensi l’assessore e tutto il suo staff: è più semplice di quanto sembra, basta mettersi nei panni dei genitori. Eleonora Sartori
Resta il fatto che avere uno scuolabus comunale che porta esclusivamente i bambini a doposcuola privati invece di portarli al doposcuola comunale pubblico é qualcosa di davvero incredibile ed é un unicum assoluto, che non andrebbe sostenuto..non basta chiedere un servizio di iscrizione che non funzioni come prima della nascita dell’informatica. É necessario chiedere la attivazione di nuove linee di scuolabus sulla base delle vere necessità delle famiglie (ricordiamo che sant andrea non è mai stato coperto) e la partenza di gruppi di lavoro nel doposcuola comunale pubblico anche in lingua slovena. Inoltre bisogna chiedere che vengano previste più risorse perché 2 scuolabus in una città di 35 mila abitanti sono davvero troppo pochi..direi che sono tarati sui numeri dei paesini nella campagna circostante.
Concordo assolutamente. Io ho preso in considerazione solo l’aspetto organizzativo ma mi rendo conto che il problema è più ampio.