Un tema complesso e controverso, che suscita fascino nell’immaginario collettivo, ma scarsa attenzione nella realtà concreta, per quel senso di attrazione e diffidenza verso l’ignoto, che è insito in ciascuno di noi. Un Festival dal nome conciso ed evocativo si impegna ad affrontarlo, attraverso una serie di eventi, conferenze, spettacoli e proiezioni cinematografiche, che hanno avuto avvio in questi giorni e si terranno sino al 13 dicembre, in diverse sedi distribuite nell’isontino: stiamo parlando di disagio mentale.
La conferenza tenutasi ieri a Gorizia, nella sala del ridotto del Verdi, è stata il primo appuntamento dopo il concerto inaugurale di giovedì scorso. Si è parlato di sviluppo sociale e salute mentale, attraverso gli interventi di Fabrizio Meroi, docente di filosofia all’università di Trento, e di Giovanna del Giudice psichiatra, già collaboratrice di Basaglia e tuttora attiva nel promulgarne le idee in ambito internazionale, entrambi coordinati dai dirigenti dei locali servizi di salute mentale, Paola Zanus Michiei e Marco Bertoli.
Si è parlato non di psichiatria bensì di salute mentale, perché mentre la prima corregge il guasto mettendo a tacere il dolore , la seconda si fa carico della vita della persona, dei suoi sentimenti, delle sue relazioni nella quotidianità e nella comunità, dove il disagio viene accolto. Disagio che non viene inteso come un problema, bensì come un’occasione di sviluppo, perché occuparsene significa rendere il mondo più vivibile per tutti, e perchè garantire i diritti ai più deboli significa ampliare la nostra democrazia.
Fulcro della discussione è stato il ricordo di Franco e Franca Basaglia, grazie alla cui pratica è stata data a chi soffre la possibilità di vivere la contraddizione, di provare sollievo attraverso l’opportunità di esprimersi, il confronto, anche lo scontro, e attraverso lotta per superare le difficoltà all’interno della comunità. Infatti è qui, e non nell’isolamento del manicomio, che si cura il disagio.
Il convegno è stato un degno preludio al festival, che rappresenterà per noi goriziani un’occasione di riflessione, aiutandoci a superare pregiudizi e paure. Daniela Careddu
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