Mi pare che non tutti possano dire di essere stati facili profeti sulla crisi del commercio goriziano. Noi ad esempio siamo stati sempre contrari al sospetto proliferare in una città così piccola di nuovi supermercati con le stesse merci, eravamo contrari a nuovi centri in via III Armata che invece qualcuno voleva imporre, alle varianti che avrebbero ancora aumentato gli spazi commerciali, critici verso il centro commerciale diffuso in centro città.
Il fatto è che i supermercati si sono divorati i piccoli negozi, che erano il cuore della città, e adesso i grandi centri si divorano tra di loro. Non occorreva essere bocconiani per sapere che questo sarebbe stato e che il centro cittadino si sarebbe ridotto a una catena di spazi vuoti con qualche negozio dei grossi marchi.
Ma quando noi dicevamo questo eravamo passatisti, quelli del no se pol, retrogradi che non si collocavano nel solco della modernità e del libero mercato. Quindi non tutti erano d’accordo, come dicono di essere stati, ed è solo parzialmente vera la questione delle vendite on line. Andate a vedere cosa succede nei giorni feriali a Trieste, con locali e negozi del centro pieni di gente.
Il fatto è che quando hai idee chiare sulle direttive da dare alla crescita della città, anche il commercio ne ha beneficio. E poi ci sono politiche attive, incentivi, aiuti e sgravi a chi vuole intraprendere e a chi può affittare.
Invece nuovi spazi commerciali vengono inaugurati, ma non è per nulla chiaro lungo quali direttive Gorizia pensi di svilupparsi. Ora anche la questione della galleria Bombi è stata abbandonata, lasciando che diventasse un manufatto inservibile, mentre dell’ascensore nessuno neppure parla più. Anna Di Gianantonio
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