Sabato, alle 11, in sala Dora Bassi proveremo a fare un bilancio di questi due anni di Ziberna. Proveremo, perché non è facile capire cos’è stato fatto del programma che ha permesso a Ziberna di diventare sindaco. Fatto fatto, nel senso di realizzato, niente. E fin qua è fin troppo semplice rispondere, non c’è neanche gusto. Più complicato è capire che logica abbia seguito il primo cittadino nei due anni e tre mesi di assopimento post elettorale sulla sua poltrona.
Apriva il suo programma l’atto di fede per le magnifiche sorti e progressive dell’aeroporto Duca D’Aosta, centinaia di posti di lavoro. Proseguiva con la Zona Economica Speciale Europea, per gli amici ZESE, e con la Sdag. Poi era tutto un turbinio di ascensori, ciclabili, Musei multimediali in galleria Bombi, Startup, biglietti unici per i musei, castelli, soprattutto in aria.
“Gorizia sarà aperta a incontri e proposte musicali della scena alternativa pop, rock, rap, elettronica, organizzate in collaborazione con le realtà associative del territorio. Concerti, danza, opera lirica e performance trasformeranno piazze e luoghi pubblici e locali in palcoscenici sotto le stelle.”, leggo e riporto. Isonzo beach, Central Park hanno arricchito successivamente l’offerta.
Non entro per decenza nel capitolo lavori pubblici. A che punto è la notte, dunque? E quanto manca, del viaggio al suo termine? Aggrappato al 2025, la candidatura congiunta con Nova Gorica a capitale della cultura, Ziberna spera che l’Europa tramite i vicini di casa gli regali il tappeto nuovo che dia un tono all’ambiente, sotto il quale nascondere la polvere del suo fin qui fallimentare mandato. E aspetta ogni anno la fine di settembre, per il rito della grande abbuffata cittadina scacciapensieri.
Nel frattempo lui si è mangiato aeroporto, azienda sanitaria, consorzio universitario e Erpac, la Sdag ha l’occhio del pesce che dovrebbe congelare, tagliata fuori com’è dalla logistica regionale, il turismo è in calo, il commercio è sparito.
Gorizia con lui ormai sta in un scartozo, rubo lo splendido nome del locale che ha appena aperto in città. Da “Gorizia innanzitutto” a “solo per asporto”, in due anni. Altri due anni così e saremo finalmente frazione di Monfalcone, in cambio di un seggio in Regione o in Parlamento.
Sereni orizzonti. Andrea Picco
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