“Sapori d’autunno è già al terzo anno, per Dolci di Frontiera possiamo considerarlo l’anno zero, anche se doveva essere l’anno uno”.
Ma è come dire dovrei avere 38 anni ma posso considerare di averne 30?
Posto che la frase non ha senso, sembra che a mancare di senso sia anche l’appena conclusa Sapori d’Autunno e Dolci di Frontiera, la prima gestita da terzi, la seconda dal Comune, messe assieme chissà perché.
Ok, il meteo non ha aiutato, questo è vero, ma forse il flop va attribuito anche all’assenza di adeguata comunicazione e organizzazione.
Non si è capito che le manifestazioni fossero due (poi perché metterne due assieme?), perché non è stato comunicato… Chi, sfidando il meteo, si è recato in centro pensava di farlo per Dolci di Frontiera ma di dolci praticamente non ce n’erano. Colpa del salato che se li è mangiati!
Il sentore è che si sia trattato di una kermesse buttata là, in cui due manifestazioni diverse per natura e per proposte siano state messe assieme per fare numero, ma non ci si è riusciti.
Senza un’adeguata organizzazione, senza tempi congrui per un’adeguata promozione e soprattutto senza coinvolgere attivamente gli imprenditori del territorio nessuno può pensare di organizzare qualcosa di livello. Il problema è che a rimetterci è l’immagine di Gorizia.
A Cividale domenica per un’analoga manifestazione sono andate diversamente, c’era il pienone.
Insomma non basta appiccicare il termine Frontiera perché una manifestazione funzioni! Eleonora Sartori
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