Leggendo ieri l’intervento di Adriana Fasiolo sulla stampa locale non si può che concordare con la consigliera. La carenza di operatori al Sert è un problema non da poco, considerato soprattutto l’aumento di consumo di sostanze che si registra negli ultimi anni.
Io temo, però, che un problema più grande ancora sia l’approccio che si ha nel prevenire l’abuso di alcol, droga e… non solo. Perché tra le piaghe sociali si annoverano anche gli psicofarmaci anche se la maggior parte delle persone non li considera droghe.
Gli operatori sono essenziali e il fatto che siano pochi è desolante (una desolazione che peraltro riguarda anche altri aspetti della sanità e dei servizi locali), ma anche fossero a sufficienza non si può delegare a questi la risoluzione di problemi molto più profondi e che riguardano, nel nostro caso, il vivere la città.
Ricordo un bellissimo concetto che ha espresso Andrea Picco nel corso dell’incontro delle opposizioni nella sala Dora Bassi: per ogni telecamera in più c’è una parola data in meno. Spesso, infatti, si è ricorsi alle telecamere per impaurire, dissuadere… Ma con un tossicodipendente questo approccio funziona?
Anche i consiglieri di maggioranza si sono preoccupati spesso di affrontare la questione in Consiglio Comunale, ma il loro problema principale era il fatto che ci fossero delle siringhe e del metadone nel parco del Comune e dunque che qualcuno venisse a farsi proprio lì.
Vale il detto lontano dagli occhi, lontano dal cuore? Della serie, per me puoi farti le pere ma lontano da me perché mi fai schifo e non voglio vederti? Capite bene che se fosse così, non si va da nessuna parte!
Cominciamo dall’ascolto e dall’offrire delle alternative per occupare il tempo libero (che non siano bar e osterie) e poi si possono anche mettere tutte le telecamere del mondo. Eleonora Sartori
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