Che Gorizia non sia un’isola basta poco a capirlo, basta vedere le mappe che riportano la concentrazione di inquinanti atmosferici della val Padana pubblicate da diversi organismi nazionali e internazionali, non serve essere un tecnico per interpretarli.
Gorizia non è un’isola perché si trova al limite di una regione, la pianura padana, che ad oggi appare come la più inquinata d’Europa, per un insieme di cause che originano dalla particolare situazione orografica del bacino padano che stenta a diluire le emissioni inquinanti a causa di uno scarso movimento dell’aria.
E se non fosse sufficiente il colpo d’occhio, basta andarsi a leggere quanto dicono importanti e recenti studi pubblicati sulle più accreditate riviste scientifiche internazionali, per vedere che “L’Italia è la prima in Europa per morti premature da esposizione alle polveri sottili PM 2,5” (The Lancet 2019) « Solo nel 2016 nel nostro paese sono stati ben 45.600 i decessi in età precoce», mentre Il progetto EpiAir, condotto in 10 città italiane su quasi 300.000 soggetti con età >35 anni (dati ambientali/sanitari del periodo 2001-2005), ha evidenziato un aumento di mortalità per cause respiratorie pari al 2,29% per ogni incremento di 10 μg/m3 di PM10.
Se ancora non bastasse bisognerebbe ascoltare almeno l’OMS, la quale denuncia che solo il 12% delle grandi città rispetta i valori guida per la qualità dell’aria e pertanto raccomanda un intervento urgente di riduzione dell’inquinamento urbano.
Le polveri sottili provocano nel breve termine un aumento di mortalità e morbosità per infarto, ictus, scompenso cardiaco, aritmie, riacutizzazione della broncopatia cronica ostruttiva e asma. Nel lungo termine cancro del polmone.
Non esiste una soglia minima sotto alla quale sono innocue. Proprio per questo motivo i valori raccomandati dall’OMS sono meno della metà dei valori tollerati dalla legge italiana.
E se a Gorizia i valori dei vari inquinanti non sono allarmanti (PM, NO2, Ozono, ecc,) non si può neanche dire che siano buoni, siamo ad un livello di attenzione, soprattutto in alcuni periodi dell’anno, nei quali si registrano regolarmente sforamenti, benchè in numero inferiore a quanto previsto dalla normativa nazionale per considerarsi “fuori norma”. E soprattutto le concentrazioni sono superiori ai valori raccomandati dalle linee guida OMS sulla qualità dell’aria.
Quindi, focalizzando l’attenzione sulle principali cause di inquinamento atmosferico, e avendo sempre presente il concetto che più l’aria è pulita e migliore è la salute cardiovascolare e circolatoria, per migliorare la qualità dell’aria e quindi la salute, è necessario agire a diversi livelli di responsabilità: a livello nazionale e sovranazionale, regionale, comunale e individuale.
A livello comunale si può fare molto per favorire la mobilità sostenibile, agire sul piano industriale, favorire lo sviluppo di energie alternative, piantare alberi, informare e sensibilizzare la popolazione, favorire comportamenti che riducono l’inquinamento urbano.
A livello individuale ciascuno di noi può modificare i propri comportamenti, cominciando semplicemente ad abbassare di un grado la temperatura domestica, lasciare a casa l’auto a favore della bicicletta e dei mezzi pubblici, consumare meno carne fortemente impattante per l’ambiente, usare di più il treno e di meno l’aereo, utilizzare le più moderne tecnologie per ridurre i consumi di energia ad uso domestico.
Infine, spiace dover replicare a distanza (mi riferisco all’incontro della scorsa settimana con il quartiere di Sant’Andrea): Gorizia non è un’isola e non lo sarà mai, purtroppo o per fortuna? Maria Teresa Padovan






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