Si discute molto su quanto succede in Italia. Spesso la realtà non corrisponde al cosiddetto “percepito”. La gente crede a torto che il numero degli omicidi sia in aumento, che l’età media sia più alta di quello che è in realtà, che la disoccupazione sia al 40% mentre è al 12%. C’è solo un luogo dove realtà e sentiment aderiscono completamente: Gorizia.
I dati ci dicono che è precipitata di 24 posti nella classifica delle città dove si vive meglio, collocandosi al 34esimo posto, ben lontana dagli altri capoluoghi, e questo è esattamente ciò che la gente sente, così la lettura degli sconfortanti dati lascia del tutto freddi: tanto si sapeva già. Ogni volta gli amministratori rispondono che è colpa della crisi internazionale, della globalizzazione, del tramonto del modello liberale e che la cause vanno ricercate molto lontano da noi.
Eppure Trieste se la cava molto bene e anche Pordenone e Udine stanno meglio di noi. E dunque? La finanza internazionale si accanisce contro la nostra disgraziata cittadina o la colpa è da ricercarsi negli annunci che non producono mai nulla, nel clima di divisioni che si respira in città, dove a tutto si pensa meno che a elaborare un progetto concreto di contenimento della decrescita, dove anche la cittadinanza negata a Liliana Segre e le ombre nere dei vegliardi della Decima fanno pensare che il tempo sia sia fermato ad un secolo fa, dove anche gli addobbi di Natale sono in linea con lo sconforto e il pessimismo?
Per iniziare a riprendersi c’è un solo sistema, cambiare la classe dirigente che ci ha portato in questa situazione e farlo subito. Anna Di Gianantonio
Queste classifiche lasciano il tempo che trovano e i relativi dati non ci rivelano nessuna verità. L’unico valore che gli si può riconoscere è quello di una indicazione di massima. La qualità, come la bellezza, è impossibile da misurare, tanto più con il calibro di precisione. E alcuni dei parametri presi in considerazione sono poi totalmente inadeguati a descrivere la complessità che caratterizza le dinamiche di una città. E più in generale la vita all’interno della città.
Bisogna fare opposizione sulla sostanza, non sulle classifiche del Sole 24 Ore.