Le foto di rito scattate per la stampa hanno inequivocabilmente testimoniato che, anche quest’anno, in occasione del ricevimento dei reduci della Decima Mas, l’assessora Arianna Bellan indossava la fascia tricolore.
Lasciamo per un istante in secondo piano l’occasione, da più parti e da più soggetti contestata inutilmente (dal momento che le critiche mosse anche a livello nazionale non hanno sortito il benchè minimo effetto).
Concentriamoci solo sulla decisione di indossare la fascia tricolore. Lo poteva o non poteva fare? A leggere i regolamenti sembrerebbe proprio di no. Questi prevedono che la fascia tricolore possa essere indossata solo dal Sindaco e – in sua assenza – dal Vicesindaco e non dagli Assessori (art. 32 e art. 34 dello Statuto comunale).
La delega del Sindaco, in caso di sua assenza, che deve essere scritta, datata e protocollata, può altresì essere conferita a qualsiasi cittadino italiano, esclusivamente per gli atti amministrativi del matrimonio e del riconoscimento ufficiale della cittadinanza italiana.
Ora i casi sono due: o il Sindaco di Gorizia ha conferito all’Assessora la delega, che appunto deve essere presente presso l’ufficio protocollo del Comune di Gorizia, e avrebbe così compiuto un’irregolarità, oppure non esiste alcuna delega scritta e in questo caso l’Assessora Bellan, consapevolmente o meno, avrebbe compiuto un abuso.
La fascia tricolore investe di ufficialità l’evento per il quale la si indossa e la sua presenza simboleggia la città tutta. Mi pare evidente che un folto numero di persone a Gorizia non sia d’accordo con il ricevimento dei reduci della Decima Mas. Perchè, allora, continuare a rendere pubblica un’occasione che potrebbe tranquillamente essere privata? Quando si viene eletti Sindaci non si smettono forse i panni di rappresentanti di un partito a favore di quelli di portavoce della collettività intera?
Se qualcuno conosce altri regolamenti, non presenti o difficilmente reperibili nel marasma del sito del Comune di Gorizia, che dispongono qualcosa di diverso rispetto a quanto sopra scritto, li porti alla nostra conoscenza. Eleonora Sartori
Se l’uso è improprio, resta il fatto che non ci sono sanzioni. E anche i pareri del Ministero dell’Interno, reperibili facilmente in rete, lasciano il tempo che trovano, così come formulati…