Domani in consiglio comunale si discuterà la “mozione tacon” sulla cittadinanza onoraria all’unione delle comunità ebraiche, che come ci ricorda la saggezza popolare è peggio del “buso” della vergognosa mancata cittadinanza onoraria alla senatrice Segre.
La tristezza è il tratto distintivo dell’operato di questa amministrazione, incapace di mettere un minimo spessore in qualsiasi cosa faccia: basterebbe poco, anche un foglio di giornale, sotto le gambe di un tavolo traballante che sembra rovesciarsi a ogni spiffero.
In attesa quindi che Ziberna raggiunga la Segre col sigillo della città – auguri – il tacon della mozione vuole in pratica far vedere che fascista io? Ma se ho anche amici ebrei… rendendo cittadina onoraria nientepopodimeno che un’unione di comunità, che è tale per religione, essendo i membri di questa comunità esclusivamente ebrei.
Quindi, in quanto ebrei, meritano di essere cittadini onorari di Gorizia. Sarebbe come dare la cittadinanza onoraria anziché a Bartali, che salvò
centinaia di ebrei dalla persecuzione nazista, all’UCI, unione delle federazioni ciclistiche internazionali: anziché onorare Bartali, siccome era un ciclista onoriamo tutti i ciclisti, anche quelli dopati. Sillogismi ziberniani.
Ma perché si fa tutto ciò? Cioè, questa pippa della cittadinanza onoraria all’unione delle comunità ebraiche: perché? Perché, come disse il grande statista nel suo memorabile intervento in sede di discussione sulla cittadinanza onoraria alla senatrice Segre, “siamo d’accordo su tutto il contenuto della mozione, tranne su due parole”. Una era Liliana, l’altra Segre, “vessillo della sinistra” per il nulla con la fascia intorno. Andrea Picco
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