Parlare di cancro oggi significa parlare della seconda causa di morte dopo le patologie cardiovascolari e di oltre 371.000 nuove diagnosi all’anno in Italia, nonostante sia l’incidenza che la mortalità siano in diminuzione (con i dovuti distinguo…).
Oggi la certezza che la malattia neoplastica sia dovuta in gran parte a stili di vita e fattori ambientali è suffragata da evidenze scientifiche e ciò aumenta la consapevolezza che il cancro sia una malattia in larga parte prevenibile.
Per ambiente in senso lato si intendono fattori di rischio potenzialmente modificabili: fumo di tabacco, alcol, dieta, abitudini sessuali e riproduttive, esposizione professionale, inquinamento, prodotti industriali, farmaci, fattori geofisici e infezioni. Cioè tutto quanto non è in senso stretto riconducibile a fattori genetici.
Inoltre l’aumentare dell’età influisce direttamente sul carico di malattia oncologica in quanto con l’avanzare degli anni si accumulano nel nostro organismo i fattori cancerogeni e diminuiscono le capacità di difesa e dei meccanismi di riparazione. L’effetto dell’invecchiamento nel corso del tempo fa sentire i suoi effetti soprattutto per quelle sedi tumorali che hanno picchi di incidenza nelle età più avanzate (ad esempio polmone e stomaco).
Come buona notizia c’è il costante aumento della sopravvivenza dopo una diagnosi di tumore, la grande diffusione degli screening oncologici per i quali l’efficacia è stata confermata (cervice uterina, mammella e colon-retto), infine il fatto che per un tumore su quattro si può oramai parlare di guarigione, nel senso che dopo la terapia appropriata la malattia non si ripresenta più.
Lo studio delle cause e dei fattori di rischio ha assunto sempre maggiore rilevanza negli ultimi decenni.
Ricordiamo che il fumo di tabacco veniva ampiamente pubblicizzato sino a pochi decenni fa e che il nesso tra fumo e cancro del polmone fu a lungo negato dall’industria del tabacco. L’amianto, causa diretta del mesotelioma della pleura, fu messo al bando dalla legge solo negli anni novanta.
L’inquinamento ambientale invece è stato associato allo sviluppo del tumore solamente in occasione di situazioni critiche e a tutt’oggi ci ritroviamo in condizioni di esposizione al rischio in numerose città italiane.
Non sempre è facile quantificare la frazione attribuibile all’inquinamento nella genesi dei tumori in quanto è molto complesso condurre studi su popolazioni variabili e situazioni di inquinamento non costanti nel tempo e che agiscono con tempi di latenza molto lunghi.
A livello regionale la situazione non è buona, essendo il Friuli Venezia Giulia la regione dove si registra la maggiore incidenza di tumori (Registro tumori 2010). La provincia di Gorizia, dopo quella di Trieste, è tra quelle più colpite dal cancro, e mentre per gli uomini la tendenza è alla diminuzione, non altrettanto può dirsi per le donne dove per alcuni tumori il trend è addirittura in aumento.
L’associazione agli stili di vita a rischio per la nostra regione sembra un fattore prevalente, e per il quale persiste l’effetto legato alla diffusione di abitudini non salutari nelle generazioni più anziane.
La sfida del futuro è legata alla prevenzione, ma non dimentichiamoci che le buone abitudini si sviluppano in setting adeguati e che il ruolo che riveste l’amministrazione comunale in questo tema è fondamentale.
Le occasioni non vanno perse ma cercate! Maria Teresa Padovan
Codice europeo contro il cancro
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