Dove non è arrivato l’uomo, è arrivato un virus, o meglio il Virus, quello che imperversa in Italia e in mezzo mondo. Tutti noi ci ricordiamo della bellissima manifestazione Mai più confini. Mai più muri Nikoli Več zidov in piazza Transalpina la scorsa estate per dire NO all’istituzione di muri, barricate, frontiere tra Italia e Slovenia. All’epoca la paura erano i migranti che arrivavano in Italia soprattutto attraverso i paesi sul Carso (non che oggi non ci sia più, semplicemente ce n’è una più grande).
Oggi ad atterrirci è il Covid 19 che ha costretto i nostri vicini, sloveni e austriaci, a chiudere i confini e a “sospendere” Schengen. Mentre scrivo la situazione è ancora piuttosto incerta: da qualche parte si legge dei confini chiusi, da qualche altra di controlli alle frontiere. Di sicuro c’è che più di qualche conoscente in data odierna è andato a fare rifornimento di carburante, senza subire alcun tipo di controllo. E in Transalpina, che è una piazza comune ai due Paesi, cosa accade? Sono previsti pattugliamenti?
Non lo so e non è mia intenzione criticare delle misure che, credo, non siano state prese a cuor leggero per un’emergenza sanitaria vera. Mi chiedo, piuttosto, se questa radicale modifica del nostro stile di vita, questa doverosa restrizione della nostra libertà di muoverci e fare quello che vogliamo e il fastidio che inevitabilmente ci provoca, ci farà anche per un solo istante pensare a quanto siamo fortunati, in condizioni normali, a poterci spostare come vogliamo, ad avere dei documenti in regola che, una volta esibiti, non vengono guardati con sospetto.
Da quello che leggo e sento in giro, la mia è solo una vana speranza. Io, inoltre, mi sono messa di impegno per cercare di ricordare com’era prima, quando il confine c’era davvero e dovevi fermarti, far vedere il documento e pronunciare la famosa frase: “Niente da dichiarare”.
Beh, nonostante fossi già grandicella, francamente non lo ricordo più. Vivere le due città, l’assenza del confine è per me diventato “ambiente”, così tanto da considerare Nova Gorica lo stesso comune, e come per me, anche per tutti i miei coetanei.
Siamo tutti pronti, e da mo, a vivere come la candidatura comune a Capitale della Cultura 2025 suggerisce. Insomma, noi ci siamo… Speriamo ci sia anche chi dovrà attuare idee, piani, promesse. Eleonora Sartori
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