Si diffondano su Facebook delle specie di tutorial per affrontare psicologicamente il corona virus (di che altro si può parlare oggi?) che dicono una marea di banalità del tipo: non creare muri, non passare dalla paura all’angoscia per il Diverso, per l’Altro, rifiuta l’isolamento, scegli tra terrore e amore e altre amenità.
Ma qualcosa di buono invece c’è in questa situazione ed utile per i tempi che viviamo. Viene meno il senso di onnipotenza e il narcisismo, una delle patologie più diffuse del secolo. Il corona virus ti mette davanti all’evidenza che qualcosa di più grande di te può capitare a scombinarti i piani. Non puoi fare tutto, non puoi controllare tutto e anche se sei sempre in tiro, attivo e impegnato, la realtà la domini veramente entro certi limiti. Il senso della precarietà ci fa bene, perchè ci ricorda che alla fine tutti siamo fragili e impauriti, spaventati da qualche linea di febbre. Il virus può farci capire, se lo vogliamo, i sentimenti dei nostri simili.
L’altro aspetto fondamentale sul quale meditare è la assoluta preminenza del bene collettivo sull’interesse personale. Solo se ci prendiamo cura degli altri e seguiamo regole comuni possiamo salvarci. Chi scappa con il treno, chi offre mascherine a prezzi astronomici, chi invita ad andare sui campi da sci, ma anche chi cerca di lucrare politicamente sulla tragedia si rende adesso particolarmente odioso. Oggi, nella mutata situazione, quello che un paio di mesi fa era solo furbetto da tollerare diventa un cretino e un delinquente che suscita riprovazione sociale.
Si apprezza adesso lo forzo di chi lavora per il bene collettivo, si capisce come è importante salvare il pubblico e impedire la logica del profitto e della speculazione, si tocca con mano che chi ha rubato alla collettività per dare al privato – come ha fatto Formigoni distruggendo la sanità lombarda – ha creato un danno enorme.
Altrochè mantenere le distanze sociali. Oggi questa storia ci insegna che non è la vicinanza fisica che dobbiamo curare: possiamo anche non abbracciarci ma dobbiamo essere convinti che l’attenzione per gli altri e l’idea che la società nel suo insieme è più importante dell’interesse personale è il modo migliore per amare noi stessi. Anna Di Gianantonio
Un grande abbraccio.. più che virtuale, fraterno
A chi è riuscita ad esprimere con poche ma chiare parole quello che sento in queste ultime ore e che spero, veramente con tutto il cuore, diventi “virale”!