Una persona su Facebook ieri ha scritto una definizione fulminante: ha detto che ormai tanti si sentono come i capi casa ai tempi del fascio. Uomini che per sentire il fascino del piccolo potere che consiste nel vessare e rimproverare chi ti pare più piccolo di te, controllano, rimproverano, segnano a dito e soprattutto denunciano al federale il disobbediente. Questa figura emblematica del consenso al regime compare nel film “Una giornata particolare” dove Loren e Mastroianni hanno paura che il capo condomino li becchi mentre parlano insieme.
Anche noi abbiamo i nostri capi condominio che scrivono su fb e che controllano le strade, oppure sentono le lagnanze dei condomini “ligi” e denunciano al sindaco persone che escono secondo loro senza motivo (e come fanno a sapere se quelli che escono hanno il motivo o no?), o denunciano chi fa la fila davanti alla posta per pagare i conti anche se, secondo loro, i conti hanno altre scadenze. Come è possibile che il capo condominio sappia la scadenza dei conti di tutti quelli che fanno la fila? Chi glielo dice? Un impiegato informatore, un infiltrato nella coda alla posta? Immagina il capo condominio che la gente si diverta ad aspettare fuori dalla posta, magari perchè è ligia alle scadenze e non capisce se luce e acqua si possono pagare in ritardo?
Ma poi si arriva alla fine della gerarchia di chi non vuole capire e ci sabota: gli immigrati che si assembrano e che girano per la città, per i quali il rimedio migliore è l’esercito. A nulla vale ricordare che i malati a Gorizia sono impiegati in uffici o trattorie, anziani e goriziani. Si vogliono imitare esempi illustri di politici triestini che multano i senza tetto perchè non hanno abitazione o quelli che provengono dalla rotta balcanica con i piedi piagati cui si urla “sta-te a ca-sa”.
Ora già stiamo chiusi e affrontiamo disagi e limitazioni, già siamo preoccupati per i nostri famigliari lontani, per gli amici, per come sarà il mondo dopo. Risparmiateci almeno l’alzabandiera e il rumore dei tacchi che sbattono sull’attenti. Anna Di Gianantonio
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