INVITO ALLA CONDIVISIONE PER CHIEDERE LA CHIUSURA DEL CPR DI GRADISCA
Pubblichiamo la lettera che Nocprfvg ha chiesto di recapitare con il maggior numero possibile di mail alle figure istituzionali coinvolte nella gestione di quei luoghi di soppressione dell’umanità e dei diritti umani che sono i Cpr.
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Abbiamo scritto questa mail da inviare al giudice di pace di Gorizia (Giuseppe La Licata), al prefetto di Gorizia (Massimo Marchesiello), al questore di Gorizia (Paolo Gropuzzo) e alla sindaca di Gradisca (Linda Tomasinsig).
Vi invitiamo ad inviare e far girare questo appello da oggi, 28 marzo, fino alla chiusura del CPR.
Prendetevi un minuto del vostro tempo: condividete il testo qui sotto per la chiusura dei CPR e/o inviatelo firmato ai seguenti indirizzi:
prefettura.gorizia@interno.it massimo.marchesiello@interno.it gab.quest.go@pecps.poliziadistato.it gdp.gorizia@giustizia.it sindaco@comune.gradiscadisonzo.go.it
All’attenzione di Giuseppe La Licata, Massimo Marchesiello, Paolo Gropuzzo e Linda Tomasinsig.
Ad oggi, 27 marzo 2020, nel pieno delle misure restrittive contro la diffusione del Coronavirus, circa una cinquantina di persone si trova rinchiusa nel centro permanente per il rimpatrio (CPR) di Gradisca d’Isonzo (GO), costretta a vivere in spazi ridotti e senza la possibilità di autotutelare la propria salute.
Sappiamo dell’esistenza di almeno due casi di Coronavirus all’interno della struttura e ne sono a conoscenza anche i reclusi, che stanno mettendo in atto uno sciopero della fame, perché hanno paura per la propria vita.
Sappiamo che i rimpatri sono fortunatamente sospesi e che quindi quasi tutte le persone rinchiuse in un CPR usciranno per decorrenza dei termini. Il rilascio può essere anticipato, può avvenire ora.
Se da un lato i CPR sono strutture di internamento su base etnica che non dovrebbero esistere in alcun momento, dall’altro l’attuale situazione di emergenza sanitaria può trasformare il mantenimento delle persone in un CPR in pluriomicidio volontario, oltre che in un grande focolaio del CoVid 19.
Chiediamo quindi, dato l’altissimo rischio sanitario in cui si è costretti a vivere nel CPR di Gradisca, l’immediato rilascio di tutte le persone rinchiuse nel CPR così che possano tornare alle proprie case, come è già stato fatto altrove in Europa.
NoCprFvg
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