Oggi guardando quel pezzo di rete in piazza Europa – Transalpina sono tornato indietro nel tempo a quando ero più giovane. Io sinceramente il confine non l’ho mai sentito realmente. Sì certo, fisicamente era lì presente ma in verità l’ho sempre vissuto più come un ostacolo prettamente fisico che nella mia gioventù non mi ha mai impedito di vivere entrambe le città ed entrambe le culture.
Di giorno si passava con la propusnica a Salcano e la notte nei weekend, da buon locale, mi intruffolavo nelle lunghe file a Casa rossa mentre chi stava da bravo in coda mi mandava a quel paese
Però non mi ha mai impedito di muovermi, spostarmi, vivere e sentirmi libero. Per assurdo non ho vissuto il confine chiuso nemmeno quando c’è stato il conflitto a fuoco a Casa rossa. Mi spostavo ugualmente sui confini secondari e vivevo quella difficile realtà comunque da “persona libera”.
Oggi invece, mentre guardavo quella rete, pur se provvisoria, ho vissuto una sensazione di chiusura che mai prima avevo provato. Forse perchè oltre alla rete il pensiero si spostava anche alle altre strade chiuse, forse perchè non sono più abituato a vedere quella piazza così vuota o forse perchè in questo momento così particolare e difficile Gorizia e Nova Gorizia hanno perso un’occasione per unire le persone anche se ognuno chiuso fra le 4 mura della propria casa a condividere la stessa sorte.
Credo che vivere e condividere questa surreale situazione avrebbe avvicinato e unito molto di più le due città di quanto possano fare migliaia di parole spese dai politici per la capitale europea della cultura.
In questi giorni potevamo vivere le due città unite come mai prima. Si è invece deciso di dividerle. Peccato. M.
Rispondi