In tempi di Coronavirus purtroppo le fragilità umane vengono ancora più a galla.
Tutti, credo, sentiamo sulla nostra pelle la forte limitazione di forme di libertà che abbiamo sempre dato per scontato, che sono nate con noi e che se non fossero motivate dalle ragioni di salute di cui tutti sappiamo, produrrebbero, almeno spero, ribellione e non accettazione.
Proprio in questo caso ci rendiamo conto che la nostra casa, se pur piccola o popolare, diventa lo strumento più forte che abbiamo per difenderci dal virus.
Vi sono situazioni di debolezza personale o di tipo sociale che mettono a rischio la salute delle persone e della collettività. Fa ribrezzo leggere commenti di individui che, perfino in questi casi, non riescono a fare a meno di scaricare le proprie frustrazioni sul più debole, su chi a casa non ci può stare perchè non ce l’ha. Sono questi i momenti in cui bisognerebbe approfittare per rivedere le cose in chiave umana. Sono questi i momenti in cui bisognerebbe capire che dignità e un tetto sopra la testa dovrebbero essere il minimo denominatore di tutte le persone.
Da Gradisca arriva l’urlo di chi è internato per motivi amministrativi e che è impossibilitato a difendersi dal contagio. Urlo che fa eco a quello già emerso negli istituti detentivi per gli stessi motivi. Infatti proprio ieri sera una nota del sindaco di Gradisca ha annunciato un caso di Coronavirus all’interno del centro di detenzione.
I detenuti, per far sentire la propria voce, stanno attuando uno sciopero della fame che è forse l’unica arma che hanno. Chiediamo a tutti i cittadini che di fronte ad un senza tetto sentono l’istinto di aiutare e non denunciare la violazione del protocollo, di seguire con noi l’evoluzione di quello che accade a Gradisca , come ai migranti lasciati in strada a Troeste, cosi come accadeva in galleria Bombi tempo fa, come per tutti i soggetti deboli che spesso nelle città svuotate, si ritrovano esposti a maggior rischio di essere denunciati più che per il protocollo antivirus, per la colpa di essere poveri.
Noi a questo gioco al massacro non ci stiamo e difendiamo tutte le gli esseri umani che hanno diritto alla dignità e al riconoscimento della propria storia di vita. Anche dall’autoisolamento delle nostre case pensiamo non si possa far finta di nulla.
Invitiamo a diffidare fortemente di chi, attraverso il dito puntato verso la debolezza umana (migranti internati, utenti psichiatrici in giro per la città, soggetti deboli in genere senza rete sociale e casa), dice di garantirvi sicurezza, perchè produce proprio il contrario: tensione sociale e insicurezza sanitaria per tutti.
Il Cpr di Gradisca va chiuso perchè è inefficiente sotto tutti i punti di vista. La presenza di queste strutture sul territorio nazionale non ha prodotto l’eliminazione della clandestinità perchè essa sussiste grazie alla legge Bossi Fini. Non ha prodotto alcuna forma di sicurezza in pìù, anzi ha prodotto rivolte, morti e un immaginario che elimina il nome alle persone rendendole numeri, etichette, soggetti quasi non umani. La limitazione di movimento individuale è una cosa che può essere giustificata solo da reati penali accertati e giudicati in uno stato di diritto… e in questo momento ne sappiamo qualcosa… Luciano Capaldo
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