Dopo la botta iniziale e il martellamento quotidiano del bollettino di guerra del Coronavirus è bene pensare che una dose massiccia di retorica cerca di convincerci che siamo tutti uniti, tutti sulla stessa barca; invece l’Italia rimane uno dei paesi più ingiusti d’Europa a livello sociale e la pandemia non risolve il problema. Dire che l’Italia si stringe e si abbraccia virtualmente, si saluta e condivide non vale per tutti, non si rivolge a tutti.
Per esempio si dice ancora troppo poco sul fatto che la sanità pubblica è stata fortemente smantellata ed è per questo che mancano i posti in rianimazione e la gente muore. Non dimentichiamoci che Roberto Formigoni ha spostato 70 milioni di euro – sottolineo 70 milioni – a favore della sanità privata ed è stato condannato in via definitiva a sette anni e sei mesi di reclusione con l’accusa di corruzione e associazione a delinquere.
Il Forum aveva presentato una approfondita ricerca sulla sanità inglese e quella milanese e Maria Elisa Sartor, la studiosa che aveva introdotto il volume, aveva dimostrato i rischi della privatizzazione del sistema sanitario operato dai governatori regionali. Tutto puntualmente si è verificato.
Ci si dimentica che gli applausi vanno senz’altro fatti a medici, infermieri e a tutto il personale sanitario, ma ci sono altri lavoratori che devono scioperare perchè costretti in fabbrica, alla catena di montaggio senza sistemi di sicurezza adeguati.
L’accordo con il governo non è sufficiente perchè chiunque conosca uno stabilimento sa che non è possibile sanificare o mantenere le distanze. Perchè non chiudere le fabbriche che non producono beni di primissima necessità? Il Cantiere lo ha fatto, malamente senza consultare i sindacati, ma ha chiuso.
Non parliamo poi di lavoratori dei trasporti e dei supermercati e di tutti quelli che hanno contratti che permettono al datore di lavoro l’immediato licenziamento: la malattia non livella, ma accentua le disuguaglianze. Perchè nessuno lo dice? Anna Di Gianantonio
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