Quando uno sta affogando in mare non credo che il bagnino gli chieda se ha frequentato i corsi di nuoto o quando ha consumato l’ultimo pasto. Semplicemente soccorre e gli eventuali rimproveri verranno dopo. Siamo o no in una situazione di emergenza?
Allora tutte queste disquisizioni sul lavoro nero, su chi ha diritto ai soldi o no, sono francamente inutili. Intanto perchè il lavoro in nero è diffuso non solo al sud ma anche al nord e investe milioni di persone che lavorano nei mercati a scaricare cassette, oppure fanno le colf o le badanti o le insegnanti private.
Insomma conosciamo gente al nero, inutile scandalizzarci quando molti di noi hanno usufruito di prestazioni che hanno pagato meno senza denunciare E’ sbagliato? Certo che lo è, bisogna lavorare in regola e pagare le tasse, ma non è questo il momento di fare i giuslavoristi o i distinguo quando la gente sta annegando.
Come non è il momento di selezionare a chi dare e inevitabilmente in questo modo lasciare fuori qualcuno. Non ci sono solo gli operai che possono usufruire della cassa integrazione, ma milioni di altri lavoratori a chiamata, stagisti, contrattisti a progetto che la polverizzazione e la precarizzazione del lavoro hanno creato.
Dunque l’unica soluzione è un salario universale, un reddito di emergenza che richieda per essere erogato poca burocrazia e venga dato subito per almeno sei mesi. Non è possibile aspettare la decisione della commissione europea che se la prende comoda, tanto chi non può pagare l’affitto non sono loro.
Se non si agirà subito torneremo agli italici tempi in cui i problemi sociali ed economici della gente diventavano questioni di ordine pubblico da affrontare con le forze di polizia. Anna Di Gianantonio
Al di là del fatto incontrovertibile che chi lavora in nero non paga le tasse (compresi i datori di lavoro) contribuendo allo sfascio della sanità pubblica, resta il fatto che chi lavora in nero appare come disoccupato e quindi già dovrebbe percepire il famigerato reddito di cittadinanza (probabilmente, a questo punto, senza averne diritto) oppure la disoccupazione.