Gusti di Frontiera non si farà. Hanno annullato le Olimpiadi, ce ne faremo una ragione e un po’ di dieta, che non guasterà dopo questa reclusione forzata.
Una settimana fa, per dire quanto si navighi a vista con un miope al timone, l’idea della giunta era di non toccare i soldi destinati a Gusti perché non si sa mai. Capite che così non si va da nessuna parte? Chi decide, cambia idea un giorno sì e uno anche. In una settimana non è ovviamente cambiato niente, lo si sapeva già da prima che manifestazioni di quel tipo ce le scordiamo per quest’anno.
La sensazione è che oltre il contingente, ossia i viveri, l’amministrazione non sia in grado di gestire nulla. Fintanto che c’è da eseguire, ossia recepire le disposizioni date dall’alto, si è in grado, ma oltre non si va. Misure epocali, bilancio di guerra, manovra monstre, maxi emendamento: si enfatizza con le parole uno per mistificare, e due per nascondere che non si sa che pesci pigliare, e si teme di prenderli in faccia.
Ad oggi, per risorse messe in campo e idee su come uscire da questa situazione siamo sotto la soglia di povertà. Bastasse gonfiarsi il petto, saremmo esempio virtuoso. Il rischio delle parole, però, è di fare crescere un’aspettativa magica. Unitela all’ansia che accompagna da due anni e mezzo il quotidiano operare di questa amministrazione: finirà che la città, come un’amante delusa, dirà poi: beh, tutto qua? Andrea Picco
Spesso vi leggo, raramente commento. Purtroppo le incertezze a livello locale riflettono la confusione, soprattutto comunicativa, che regna a Roma e dintorni, a conferma del fatto che se il pesce puzza, puzza dalla testa. Ritornando a questioni strettamente locali, si spera che da questo momento estremamente drammatico l’amministrazione sappia trarre quegli elementi necessari per ridare linfa alla città di Gorizia, che altrimenti rischia di essere definitivamente schiacciata dalle pesanti conseguenze della pandemia.
Grazie per l’ospitalità.