Alcune strutture sanitarie private convenzionate hanno chiesto la cassa integrazione per i loro dipendenti. Il problema è prima. Non dovrebbero esistere, semplicemente. Questo trasferimento di centinaia di milioni di euro pubblici al privato è un’idiozia che meriterebbe da sola la rivoluzione.
Che senso ha, nel tanto osannato libero mercato, che diamo ai privati soldi pubblici per fare una cosa che possiamo fare tranquillamente potenziando il sistema pubblico? Fatti la clinica e stai in piedi con i tuoi mezzi, come qualsiasi attività. Analogamente: intra moenia? Non esiste. Lavorare nel pubblico non te lo ordina il dottore, caro dottore.
Stessa cosa per la scuola. Soldi ai privati e la scuola pubblica che chiede il contributo volontario alle famiglie per la carta e le fotocopie.
Ancora: che senso ha potenziare un’industria bellica? Consentirle addirittura la produzione, dandole lo status di bene di prima necessità?
Dico queste cose, sono tre esempi, non tanto per il presente, quanto per il futuro. Per un senso nuovo, nel futuro. L’altro giorno sentivo Grillo dire una cosa secondo me eccezionalmente vera: non possiamo più comprare quello che produciamo. Se la guardate da un punto di vista squisitamente neoliberista, che non è il mio, significa dobbiamo ampliare la sfera dei consumatori dando loro dei soldi per comprare. Se invece per un attimo ci
focalizzassimo sul senso di tutto ciò, e cominciassimo a chiederci: ha senso produrre per consumare? Ha senso la mia vita, in questo sistema, in questo eterno mese della marmotta in cui lavoro per pagare, e il mese prossimo è identico, e sono pure stressato? Perchè per pochi che vivono bene e chiedono con forza che si ritorni al mondo di prima, ci sono tanti che non hanno niente, e tantissimi, siamo tantissimi, che viviamo senza un senso profondo che non sia il sacrificio.
Adesso che la ruota si è fermata, ci guardiamo come tanti criceti stanchi. Chiediamoci se domani avrà senso riprendere a correre a perdifiato sulla stessa ruota di prima, o sia invece il caso di dire tutti insieme, come il Bartleby di Melville, preferirei di no. Andrea Picco
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