Sono molto “visibili” le iniziative del Comune e del nostro Sindaco per creare un sistema di aiuto verso le famiglie più in difficoltà e di questo come cittadini siamo grati.
C’è una questione però che vorremmo porre al sindaco Ziberna, questione già posta sulla pagina Facebook da Educatori che vivono una situazione difficile. Con la chiusura delle scuole, tutti gli educatori/trici, che lavorano nell’ambito del sostegno scolastico o a livello domiciliare nelle ore pomeridiane, sono rimasti a casa.
Gli insegnanti dipendenti dal Ministero hanno dovuto organizzarsi nella didattica a distanza (Dad) con tutte le difficoltà per loro e soprattutto per le famiglie, ma almeno hanno avuto una continuità di reddito. Invece gli educatori assunti nelle cooperative hanno da subito avuto l’incubo della mancanza o della decurtazione della paga, nonostante si siano dovuti mettere anche loro, come gli altri, in contatto con i casi seguiti, cercando di svolgere il loro servizio nel modo migliore possibile.
Gli educatori da subito hanno fatto presente al Sindaco le indicazioni del governo che dicono che “le pubbliche amministrazioni sono autorizzate al pagamento dei gestori privati dei suddetti servizi per il periodo della sospensione, sulla base di quanto iscritto nel bilancio preventivo”.
Infatti i soldi degli appalti per i servizi educativi sono già stanziati e assegnati per la cooperativa e solo la straordinarietà della situazione ha fatto sì che gli educatori non potessero andare al lavoro; d’altronde la cosa vale anche per gli insegnanti dipendenti dal Ministero e l’impegno per la Dad è richiesto nello stesso modo a entrambe le categorie.
Il Sindaco, che in questo periodo mostra tantissima solidarietà per i deboli, glissa sul problema degli educatori, rimandando a riunioni Anci e di fatto spera che a dare la parte dello stipendio che manca sia lo Stato con la cassa integrazione. Gli educatori, ancora prima del Corona virus, sono sempre stati l’anello debole della scuola, non per professionalità, ma per riconoscimento economico e sociale a fronte delle medesime responsabilità di tutti gli operatori scolastici.
Far pagare agli educatori il prezzo della chiusura della scuola, che ha portato per il mese di marzo al 65% di stipendio in busta paga pur avendo i fondi a bilancio, ci sembra un venir meno alle parole di rassicurazione che il Sindaco spesso pronuncia nei confronti di chi lavora.
Chiediamo al Sindaco di dare subito un segnale positivo a chi lavora con i nostri figli: i soldi sono già nel bilancio del Comune e solo il Sindaco può risolvere questo problema. Destini i soldi a bilancio e paghi chi ha vinto un appalto e continua, nel rispetto delle regole anticontagio, a dare continuità di servizio.
La sera del 28 aprile si consuma una delle scene più vergognose e offensive per la categoria. Mentre appunto il Consiglio bocciava la richiesta di pagare gli educatori, il Sindaco scendeva in strada a parlare con i commercianti giunti sotto il Comune ad avanzare alcune alcune legittime richieste e metteva gli educatori davanti al carro per accaparrarsi qualche applauso. Ritengo offensive per la categoria degli educatori le espressioni usate: “questi signori”, “cosa pretendono?… stanno a casa e sono pagati all’80%”.
Signor sindaco, ascolti bene perchè forse non ci siamo spiegati…
-“questi signori” hanno preso il 65% dello stipendio e non l’80, che su una paga che a mala pena supera i 1000 euro, serve al massimo a pagare affitto e bollette;
-“questi signori” stanno lavorando come tutti quelli che lavorano da casa, quindi non le stanno chiedendo la carità ma solo di avere ciò che da contratto gli spetta, visto che il governo ha autorizzato gli enti locali a farlo.
-“questi signori” se stanno a casa signor Sindaco è non per “girarsi i pollici”, ma perchè sono costretti come tutti e ripeto, stanno continuando a seguire i bambini goriziani che seguivano prima;
-“questi signori” sono coloro che stanno garantendo una continuità educativa proprio a quei bambini/alunni che in questa situazione rischiano di rimanere più indietro degli altri…
-“questi signori” caro Sindaco sono coloro che normalmente se vanno a scuola e il bambino è malato viene detto loro …”eh oggi non lavori”.
-“questi signori” cosa avrebbero dovuto subire se al posto dei commercianti ci fossero stati loro?
Che per lei, signor Sindaco, esistano cittadini di serie A o di serie B ne avevamo già il sospetto, ma che arrivasse anche a coinvolgere i minori, è sconvolgente. Veramente vergognoso parlare dei centri estivi, faceva meno fatica ad arrampicarsi su uno specchio.
Lei sa benissimo che le ore e gli operatori utilizzati saranno minimali rispetto alla perdita di reddito che la maggior parte sta subendo. Lei semplicemente ha un pregiudizio verso questa categoria di lavoratori e non ha nemmeno il coraggio di dirglielo in faccia, perchè i soldi sono nelle sue casse e sulle spalle degli educatori lei sta facendo risparmio.
VERGOGNA! Luciano Capaldo
Da pubblicista, che però si occupa saltuariamente, e quando il mio vero lavoro me lo permette, di vicende calcistiche, dico che è sconcertante che questa vicenda non raccolga la dovuta visibilità mediatica a livello locale. In verità mi pare che da inizio emergenza sanitaria ci sia poca attenzione rispetto all’impatto che questa avrà sul futuro dell’istruzione e degli studenti, in barba al fatto che il ruolo educativo della scuola è importante tanto quanto quello esercitato dalla famiglia.