Il virus mette in evidenza le magagne strutturali di un sistema. Si illude chi pensa che basterà solo ragionare sulla sanità pubblica, perchè qui è un intero sistema che va messo in discussione dalle fondamenta.
Prendiamo un esempio di oggi: dovendo assumere infermieri per l’emergenza, Riccardi ha pensato di scorrere le graduatorie di un precedente concorso. Ma le cose non sono semplici, perchè una persona può prendersi sino a 30 giorni per rispondere alla chiamata. Dunque si è dovuto rivolgere alle agenzie interinali che danno all’infermiere euro 6,50 netti all’ora per lavorare pochi mesi rischiando il contagio.
La storia di oggi indica due cambiamenti urgenti: intervenire sulle lungaggini burocratiche e intervenire soprattutto e radicalmente sul mercato del lavoro che precarizzato, polverizzato, spaventato dalla disoccupazione è costretto a condizioni di vita e di lavoro insostenibili in tantissimi settori, dall’agricoltura, alla cultura, ai servizi.
Non dimentichiamo che la distruzione del mercato del lavoro avrebbe dovuto creare più posti, maggiore flessibilità e mobilità. Invece ha creato disoccupazione e miseria. Ricordiamo le condizioni di milioni di giovani quando ci beiamo ad ascoltare i cosiddetti intellettuali e economisti che pontificano su liberalizzazioni e privatizzazioni come volano dell’economia: si, la loro economia però, non certo la nostra. Anna Di Gianantonio
Rispondi