Centri estivi: è tutto pronto. ““A breve – conclude Ziberna – saremo in grado di spiegare in dettaglio lo svolgimento di questi centri estivi e le modalità di partecipazione.” Era il 21 aprile. Il concetto di breve è ovviamente soggettivo, soprattutto per uno che “a breve” avrebbe già inaugurato l’ascensore (“entro il 2018”), ma ieri, in un’illuminante commissione welfare riunitasi su richiesta dell’opposizione, perché in questo periodo in cui il welfare è praticamente lo snodo fondamentale dell’emergenza per la maggioranza non serviva nemmeno convocarla, dalla dirigente veniamo a sapere che ovviamente di centri estivi non si può ancora parlare, perché si aspettano le direttive del governo e “se chiederanno di avere dispositivi di protezione tipo ghostbuster” anche no, che poi i bambini si spaventano e non è più un intervento educativo e, giustamente, non si potrà parlare di centri estivi.
Il 21 aprile era già tutto organizzato, senza sapere cosa si può e cosa si deve fare, però. Roboante, come sempre quando si tratta di annunciare qualcosa, con la grancassa dei media che raccolgono gli annunci ma non verificano mai se poi ciò che si dice viene realizzato, il nostro strillone era già pronto senza sapere a cosa. È tutto così.
Ieri l’assessore ha detto che il 25 maggio cardiologia tornerà a Gorizia, tale e quale proprio così com’era prima dell’emergenza. Il direttore generale dell’azienda pareva molto più cauto, per usare un eufemismo: stiamo valutando una soluzione tra Trieste Gorizia e Monfalcone. Talmente cauto che, mentre l’assessore pronunciava la fatidica data del 25 maggio in commissione, Ziberna era impegnato a cercare di spegnere l’incendio divampato sui social dopo tale dichiarazione, parlando di un ritorno della cardiologia in autunno, tanto si sa che non ci sono più le mezze stagioni.
Tre anni così, a contar balle per salvare la carega. E la città intanto soffoca, stritolata dal suo abbraccio mortale. Andrea Picco
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