Sono rimasta colpita dall’intervento della consigliera Ferrari che con coraggio in un video su fb denuncia articoli parziali e distorti sulla vicenda delle dimissioni di Ferdinando De Sarno da assessore comunale, vicenda, come ho avuto modo di dire, misteriosa e piena di veleni che si intuiscono, ma non sono stati chiariti. Il suo intervento pone uno dei problemi fondamentali della vita democratica della città: l’informazione e il ruolo della stampa. E’ chiaro che con mezze verità, titoli ad effetto, artifici di ogni genere la verità può essere contraffatta. Noi ne sappiamo qualcosa. Ho in mente tantissimi episodi, che mi hanno toccato personalmente, in cui il pensiero di chi non è d’accordo con l’amministrazione è stato semplicemente ignorato, ho in mente tutte le volte che gli interventi in aula del consigliere comunale del Forum, Andrea Picco, non sono mai stati neppure menzionati. Perchè la tecnica usata a Gorizia da anni è silenziare, fare finta di niente, ignorare, come se una realtà diversa non esistesse o non dovesse essere neppure presa in considerazione. Il messaggio, neppure tanto subliminale, è “no te go neanche pel cul”.
Dunque il giornale diventa il megafono di chi comanda in comune, con il rischio di scrivere annunci del tutto irreali, buone intenzione, futuribili progetti, mera propaganda. E questo potere della stampa si esercita poi con una sorta di ricatto per cui se ti incazzi allora non verrai citato mai più, subirai l’ostracismo sulle iniziative, sulle lettere, sulle opinioni. Molti, sbagliando, pensano che sia meglio incassare e stare zitti pur di non perdere anche quella poca visibilità residua.
Fortunatamente ci sono ormai altri mezzi di comunicazione che raggiungono centinaia e migliaia di utenti e ormai anche il pubblico più anziano sa usare il cellulare e connettersi con chi gli pare. Ma non è questo il modo di fare giornalismo, professione che dovrebbe essere libera, indipendente, curiosa e attenta. E il valore della stampa indipendente e la pretesa di avere in città un giornale che dia spazio a tutti dovrebbe essere difeso sempre e comunque da tutte le forze politiche. Questa deve essere una battaglia comune, non solo di chi è di sinistra o cade in disgrazia. Anna Di Gianantonio
Lo scrivo da pubblicista, che però si è sempre occupato di questioni sportive: il più grande errore che può compiere chi fa informazione è mancare di rispetto ai suoi lettori, ascoltatori o telespettatori. Tale mancanza di rispetto può aver luogo anche quando il cronista si riduce a far “comunella” coi suoi intervistati e in genere con le persone rispetto alle quali, sempre nel rispetto della deontologia professionale, dovrebbe esercitare il ruolo di grillo parlante. Noto che specie a livello locale si instaura questo tipo di rapporto amichevole tra le due parti in gioco, il che proietta il giornalista nella dimensione di portavoce o megafono dei suoi interlocutori.
Hai colto in pieno il problema