Nella giornata dedicata alla libertà di stampa urge una riflessione su cosa si intenda con il termine libertà e con il termine stampa.
Sul primo ci sarebbe troppo da scrivere, dunque mi limito ad affermare che libertà non significa totale assenza di vincoli e di limiti che ognuno dovrebbe autoimporsi prima di scagliare parole che pesano come pietre contro chicchessia.
Di esempi di libertà di stampa abusata dalle menti non brillanti di certi giornalisti che imbrattano la carta con le loro frustrazioni ce ne sono a bizzeffe. Ognuno è libero di decidere cosa comprare e cosa leggere, quindi di boicottare chi secondo noi fa un uso spregevole del potere che ha.
Qualche giorno fa il bersaglio erano i meridionali, con frequenza le vittime sono le donne famose o potenti che invece di essere legittimamente criticate per qualcosa che non fanno bene, vengono apostrofate con epiteti come racchie, culone, troie…
Poi c’è un altro problema che è quello della correttezza della stampa nel riferire le notizie in modo quanto più neutrale possibile. Anche su questo, a parte arrabbiarci, poco possiamo fare. Non siamo noi a dettare le linee editoriali, né a poter influenzare l’etica del giornalista, ammesso ne abbia una.
Abbiamo, però, un potere che fino a pochi anni fa non esisteva: quello di essere editori di noi stessi. A pensarci bene lo esercitiamo ogni giorno sui social, non sempre bene a dire il vero, ma il poter scrivere il nostro pensiero e il poterlo condividere con un pubblico più o meno ampio è stata una rivoluzione epocale.
Senza contare il potere di diffusione che oggi può avere un blog. Non si tratta di un lavoro né semplice né rapido, ma che può dare ottimi risultati quando dietro c’è l’impegno di più attori.
Il blog diventa l’unica alternativa a chi ha qualcosa da dire ma che non trova spazio sulla stampa, per motivi diversi e che non voglio indagare, o trova uno spazio viziato da un titolo che alla fine va a distorcere tutto il senso di quanto scritto, cosa che accade molto frequentemente.
Il blog del Forum, nato tanti anni fa, si è sempre posto questo obiettivo, quello di ospitare una visione del contesto locale e non alternativa, che non avrebbe trovato altri modi di raggiungere il pubblico. Non è così importante andare in prima pagina se hai un mezzo che da solo raggiunge molte più persone di quelle che raggiunge la stampa locale. E’ come il volere indossare a tutti i costi un abito di marca pensando di essere eleganti e ricercati, quando magari con un vestito cucito da noi facciamo una figura migliore.
Certo, ci sono le critiche, anche feroci, dei detrattori che però sono i primi la mattina a leggere i nostri pezzi, ma anche quelle fanno parte del gioco e, a parte alcuni casi spiacevoli e offensivi, non le abbiamo mai frenate.
Se si è in minoranza, l’unico modo per poter essere almeno un po’ incisivi è non dover dipendere da chi può decidere se esisti o meno, che può in modo a volte subdolo distorcere la notizia che volevi dare…
Non ha senso e non è nemmeno corretto criticare a giorni alterni: oggi mi arrabbio perché mi ignori, domani ti chiedo aiuto per avere la visibilità che desidero. Se si ritiene di essere vittime di una manipolazione dell’informazione, è possibile crearsi il proprio spazio e mettersi nella condizione di non chiedere nulla a nessuno. Eleonora Sartori
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