A volte è solo una questione di stile: non è piaciuta la pubblicità sui social di alcuni locali sloveni sulla loro consegna al confine della Transalpina, in questo momento in cui le attività commerciali goriziane non possono svolgere il loro lavoro o devono ridurlo drasticamente.
La reazione politica, però, come al solito, è stata scomposta. Il nocciolo della questione, infatti, per una realtà candidata assieme alla vicina Nova Gorica alla capitale europea della cultura non è tanto la “concorrenza sleale” (ricordo che anche in condizioni normali fisco e burocrazia depongono a favore dei nostri vicini e non certo per colpa loro), quanto i controlli al confine che potrebbero far perdurare per molto tempo la permanenza della odiosissima rete.
Non “comportiamoci tutti bene, così la rete la tolgono al più presto”, ma “con tutta l’offerta dei servizi per asporto… cosa fate? Non potevate aspettare?
Si è preferito, come al solito, aizzare gli animi. Noi contro loro. Non ne abbiamo bisogno, oggi meno che mai.
Vorrei ci si chiedesse come avvantaggiare le nostre attività tutto l’anno, non come non penalizzarle durante l’emergenza da Coronavirus, e non mi riferisco solo al cibo, ma ad esempio anche alla benzina e a tutto ciò che, anche chi ora si indigna, compra abitualmente oltre confine.
Poi mi chiedo, dove nel DPCM o nelle ordinanze Fedriga si fa riferimento alla situazione del confine? Io non ho trovato nulla, ma potrebbe essermi sfuggito. Qualora non vi fosse scritto nulla, a che titolo affermare che verranno comminate multe salatissime? Eleonora Sartori
L’economia di Nova Gorica è sorretta fondamentalmente dagli italiani che vanno a fare carburante nei distributori, la spesa al Qlandia, a mangiare e bere nei locali e da quegli stupidi che buttano i soldi nelle case da gioco . Tempo due settimane e vedi come la rete sparisce…
Continuo a non capire perchê due città così vicine da farne di fatto una sola da 60 mila e passa abitanti, non abbiano affrontato insieme questa emergenza. Sarebbe stato il manifesto più bello e promettente dell’Europa che in tanti vorrebbero, un’Europa in cui la prossimità tra territori sia in grado di incidere di più dei confini non più fisici ma comunque amministrativi che li separano. È anacronistico che Nova Gorica e Gorizia non vengano aiutate dalla politica (perché la politica può molto di più di quel che immaginiamo) a superare modelli e schemi del passato.