Non la pietà per la morte di un lavoratore di 30 anni, ma il sospetto sui migranti che arrivano in città, potenziali spacciatori e comunque pericolosi. Siamo in una situazione sociale ed economica grave che va governata con la cura che serve ad un organismo malato. E’ la cura migliore è prima di tutto non creare nemici o capri espiatori, allarmi e preoccupazioni, ma risolvere i problemi, ricucire il tessuto sociale, evitare gli spot elettorali.
Stanno arrivando migranti dalla rotta balcanica, anche minori non accompagnati. Una situazione difficile ma che il primo cittadino commenta in modo superficiale chiedendosi come mai gli italiani non si muovono e i migranti arrivano da noi attraversando più frontiere indisturbati.
Insinua il dubbio che i migranti si muovano tranquillamente, in barba agli italiani fessi costretti ad ubbidire alle regole. Ma sa benissimo che non è così. La rotta balcanica è costellata di milizie che presidiano i boschi, picchiano i migranti e cercano in tutti i modi di ricacciarli da dove sono venuti: dai campi di detenzione fatiscenti della Bosnia. L’altro giorno due coniugi triestini, che facevano una passeggiata nei boschi presso Trieste, sono stati circondati da gente in tuta mimetica che li hanno fatti inginocchiare puntandogli il fucile sulla tempia, perchè pensavano di avere tra le mani “crni”, neri, stranieri.
Inoltre il primo cittadino deve mettersi d’accordo con se stesso: oggi afferma che si opporrà con tutte le sue forze ai grandi centri di accoglienza, ma il 29 dicembre 2019, ad una proposta dell’assessore Roberti di Trieste, il nostro dava la disponibilità ad aprire un nuovo CPR a Gorizia presso la ex caserma Guardia di Finanza alla SDAG, assicurando che era adeguatamente recintata.
L’accoglienza anche sì, ma chiusa senza che la gente possa uscire e farsi vedere. Peccato che i CPR siano le struttura più pericolose per l’ordine pubblico, come si vede dalla cronaca quotidiana. Anna di Gianantonio
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