La delibera di giunta numero 113 recita testualmente: “tenuto conto che il nostro territorio transfrontaliero potrebbe essere la perfetta location del primo xxxxx, a cavallo tra Gorizia e Nova Gorica, scelta che avrebbe anche un altissimo valore simbolico, legato al fatto che un confine per molti
decenni, dopo la Seconda guerra mondiale, percepito come freddo e tagliente, tratto importante della Cortina di Ferro, con la realizzazione
del primo xxxxx Europeo, si trasformerebbe in una robusta cerniera che unisce e rafforza l’Europa che vorremmo, quella non solo economica, ma anche dei diritti e delle Libertà.”
Chiunque leggesse queste parole, al posto delle ics potrebbe mettere qualsiasi cosa. Pensate infatti a tutta la sfera del simbolico, coniugatela con le più grandi manifestazioni della libertà, addirittura con la maiuscola, con la capacità dell’animo umano di esprimere queste due istanze attraverso l’arte e l’ingegno, in un’opera a futura memoria. Avrete… un carcere. Solo il genio dell’homo zibernianus poteva produrre una vaccata simile, votata all’unanimità da tutta la giunta.
Il carcere delle libertà, il primo carcere europeo. Sarà un onore per i condannati europei soggiornare a Gorizia. Pensate i primi: ho scelto Gorizia perché questo carcere è sinonimo di Libertà. L’ora d’aria la faccio in Italia, la doccia in Slovenia. Lo consiglio a tutti: venite a Gorizia, 5 stelline su TripAdvisor. Stasera il sindaco ha detto: sì, pensavamo di fare un’università, ma nessuno ci dava i soldi; da qui l’idea di fare un carcere. Di fronte a cotanto genio, non ci resta che piangere. Un fiorino! Andrea Picco
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