Anche Roldo fa parte per se stesso, in questa sorta di girone dantesco che è questa consiliatura per la maggioranza. In assenza di un qualsivoglia progetto che li accomuni, i consiglieri fanno il terzo giro del cerchio dei cinque previsti, costretti al contrappasso di stare insieme a votare porcate per esistere, loro che si schifano l’un l’altro a ogni piè sospinto.
Di tanto in tanto, si levano la casacca sudicia degli insulti dei loro sodali, per mettersene una nuova, che si lorda in fretta. E vagano così, di delibera in delibera, bestemmiando il loro aguzzino in privato e facendo sfoggio in pubblico di un amore per lui incondizionato, in attesa, auguri, della poltrona in mancia.
A turno, tocca a qualcuno essere il promesso assessore, tanto per farlo continuare a girare, che siamo già oltre metà mandato, mancano due anni. Oggi è Rinaldo ad alzare la testa: ti lascio Rodolfo. Nomi che evocano paladini di ben altre battaglie, cicli carolingi, e la figura dei ciarlatani, quei cantori che raccontavano re Carlo nelle piazze mitizzandone le gesta, l’analogo dell’epoca dell’attuale stampa di regime. O, più prosaicamente, un’armata Brancaleone, intenta nella crociata di arrivare a fine mandato e ripresentarsi come chi ha scacciato gli infedeli invasori sarracini.
Nel frattempo sulla luna, l’unico senno rimasto a questa città è il senno di poi, di cui son piene le fosse. Che fai tu, luna in ciel? Dimmi che fai, silenziosa luna? Indifferente alle sorti di questa piccola città, vedrai sorgere il nuovo carcere sul confine, metafora perfetta della prigione quotidiana in cui vive questo natio borgo selvaggio. Andrea Picco
Ci sarebbe un solo rimedio contro il malcostume di ingoiare rospi per non perdere la paghetta, abbassare drasticamente tutte le indennità (al minimo necessario per non rimetterci): quelle dei consiglieri, quelle degli assessori, quelle scandalose delle commissioni consiliari. La politica diventerebbe effettivamente una passione e avremo solo gente realmente interessata al bene della città. E non è un problema solo di Gorizia, è un problema in genere.
A parte poi che per svolgere determinati ruoli come Ministri, assessori ecc. servirebbe il criterio della competenza nella materia, e non nomine ad minchiam, quote rosa, manuale Cencelli e cazzate varie.
In ogni caso sulla questione ultima dei gettoni di presenza nelle commissioni consiliari, mi aspetterei una rinuncia in massa al gettone da parte di quelli che hanno votato condividendo gli argomenti di Roldo. Sarebbe anche una bella mossa a livello di consensi.