Maaaa… il palabigot? Mette tristezza solo a parlarne, ma tacerne la totale mancanza di futuro lo fa sparire dai radar, posizionandolo nel dimenticatoio delle promesse non mantenute da questa amministrazione. Mette tristezza vedere che le uniche auto che si fermano lì, vanno all’isola ecologica. Mette tristezza vedere dal cavalcavia quel teatro di emozioni per intere generazioni di goriziani: un cubo solo, triste, dimenticato. Almeno una volta all’anno si favoleggia in inglese: project financing per il suo rilancio, cordate di finanziatori pronti a investire, ma talmente pronti che il via non arriva mai. L’unico interesse manifesto, in questo periodo, è quello della corte dei conti, che qualche mese fa ha chiesto lumi: quanto costa tenerlo chiuso?
La struttura è lasciata al virus dell’incuria, in un lockdown eterno, inutilizzabile. Lo sport a Gorizia ha tarato le sue ambizioni su strutture più piccole, la serie A è il ricordo che serve a rendere meno amaro il presente e non pensare al futuro. Costa troppo metterlo a posto, costa troppo gestirlo così com’è, meglio tenerlo chiuso e ricordarsi quando era pieno, e capitan Ardessi e Pondexter, e le sfide con Trieste, e giù quintali di nostalgia.
Avanti, insomma, non si guarda: si sta lì, a testa insú, aspettando l’ultimo tiro, con la palla in mano agli altri. Su una cosa imbattibili: a dar la colpa e tutto fuorché a noi stessi, rimpiangendo per l’ennesima volta i tempi d’oro. Andrea Picco
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